Non solo cinghiali. A causare gravi danni alle coltivazioni agricole nella provincia di Pistoia ci sono anche altri ungulati. A denunciarlo è l'Unione agricoltori provinciale di Confagricoltura che in questi giorni sta effettuando la conta dei danni. “Sono ancora molto forti — afferma il direttore, Genunzio Giannoni -. I problemi maggiori sono causati da cervi e daini che si muovono soprattutto nella zona di via Montalese, per esempio nella frazione di Santomato. La loro presenza è infatti più diffusa a ridosso delle abitazioni”. Certo perchè gli ungulati si spostano con l'uomo e si avvicinano alle abitazioni dove sanno di reperire facilmente del cibo.
Così anche in pianura sono a rischio viti, uliveti, ma anche coltivazioni di grano, ecc. Molto meglio invece, a detta di Giannoni, la situazione sul fronte cinghiali. Segno che le operazioni di contenimento hanno funzionato. E’ avvenuto ad esempio nel Padule, anche attraverso la caccia di selezione. In montagna meno, invece. Anche perchè l’attività venatoria è più difficile. E’ un po’ quello che succede in pianura, nelle zone abitate, dove per ovvi motivi non è possibile cacciare". "Sono stati registrati danni da diverse fattorie, ma anche da alcuni vivai, per esempio nella zona di Gello", ricorda Edoardo Chiti, presidente provinciale Confagricoltura.
"I capi abbattuti sono passati dai circa mille e 600 di due anni fa agli oltre 2 mila dell’ultimo anno, ciò a testimonianza che la presenza degli animali è aumentata — ha commentato il direttore Coldiretti, Francesco Sossi, intervistato dal quotidiano La Nazione. Adesso, con l’inizio della primavera e della stagione vegetativa, è necessario rafforzare il piano dei controlli, dato che la preoccupazione dei coltivatori è ancora molto alta”, conclude Sossi.