“L’ amore per la natura e la caccia è stato un colpo di fulmine”, così Alberto Nigroni, classe 1989, definisce quella che per lui è praticamente un'indole innata. “Essendo nato la terza domenica di Settembre e avendo una famiglia che si tramanda l’ arte venatoria di generazione in generazione – spiega il giovane Alberto - devo dire di aver tale passione nel sangue e nel cuore; mi sono avvicinato a questo meraviglioso mondo all’età di 12 anni, quando seguivo il caro nonno nelle sue battute di caccia alla lepre, lo zio nella caccia alla piccola migratoria e mio padre nella ricerca delle magiche regine del bosco”.
Alberto ci parla del legame che sente con la sua terra, che va al di là del periodo canonico della caccia e dura 365 giorni l'anno “quotidinamente, per rilassarmi e sentirmi meglio, mi regalo un momento per star da solo nel mio habitat: il bosco”. “Purtroppo – ci dice – nella località in cui vivo e caccio – (Leffe, piccolo paese della Val Seriana, BG) - l'urbanizzazione sta “mangiando” a vista d'occhio spazio alla natura.
La caccia per questo giovane cacciatore, che alle spalle ha solo tre stagioni ma già l'ha sperimentata in varie forme (al cinghiale, alla lepre, alla beccaccia coni cani da ferma e quella alla piccola migratoria con i richiami), non è solo l'atto di abbattere il selvatico, ma una serie di azioni correlate a quel momento.
Pratica l’ attività venatoria nell’ Atc prealpino e nell’ Atc pianura bergamasca, e la passata stagione ha fatto un piccolo viaggio venatorio in provincia di Foggia a caccia di allodole che gli ha dato molta soddisfazione. Ha una batteria di richiami, circa 25 (in parte allevati da lui), che utilizza all’appostamento temporaneo sia a tordi e merli che ad allodole, quella che definisce la sua caccia preferita.
Alberto ha apprezzato l'iniziativa di BigHunter rivolta ai giovani “sarei interessato ad entrare nel gruppo di giovani cacciatori di Big Hunter – spiega - per il motivo per cui oggi i cacciatori stanno pian piano scomparendo e noi giovani dobbiamo unirci per permettere che tale arte non scompaia nel scorrere del tempo di questa società progressista e frenetica”. Eccolo accontentato.
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