“In Italia fronteggiamo
una becera lobby ambientalista che gioca sugli eccessi pur non avendo il peso di ben più autorevoli interlocutori verdi come quelli francesi o tedeschi”. Questo uno dei principali problemi della caccia moderna sottolineato dal
Senatore Franco Orsi in un'intervista al quotidiano
BresciaOggi. Anche se molte responsabilità sono interne. “Dobbiamo essere sinceri – ha dichiarato Orsi -: dal 1992 il mondo venatorio si è preoccupato più di difendersi che di agire nel confronto della società. E questo ha determinato una
perdita di identità, a volte anche di unità, che dimostra che il primo nemico spesso siamo stati noi stessi. Ma ora è tempo di
invertire la tendenza e attaccare puntando al risultato. Da politici lavoriamo per
la migliore riforma possibile: in quest'ottica l'unità d'intenti delle associazioni dell'estate scorsa è un bel passo avanti”.
Sulla caccia sono noti i forti contrasti all'interno della stessa maggioranza e del Pdl. Ma Orsi ci vede anche qualcosa di positivo: “è un pluralismo che se fosse generalizzato potrebbe produrre un confronto migliore”, cosa che non avviene nell'opposizione. Il Pd, fa notare Orsi, nei confronti della riforma, “ha alzato le barricate nonostante in parallelo la Toscana a livello regionale abbia approvato provvedimenti che allargano le maglie della 157 oltremodo, mentre in Piemonte questo muro contro muro è stato tra le componenti determinanti della sconfitta di Mercedes Bresso”.
La Comunitaria affronta un tema importante ma sul tema c'è un po' di confusione. “L'articolo 18 – ha detto Orsi . non è la gran parte della riforma, ma solo il tema di grande scontro tra le parti. Serve un superamento dell'arco temporale adeguando i periodi alle normative Ue, ma è una montagna che rischia di partorire un topolino. Una battaglia chiave, invece, sarà quella sul ruolo dell'Ispra, che se passerà come vincolante diverrà un ostacolo vero allo sviluppo dell'attività venatoria”.