Con sentenza n.1532, depositata il 9 aprile 2010, il Tar di Brescia ha annullato il Piano Faunistico Venatorio varato dalla Provincia di Bergamo nel corso della precedente amministrazione. Il piano, seppur più volte modificato con diverse varianti nel corso di una decina di anni, è stato oggetto di numerose contestazioni da parte del Wwf, che ne ha sottolineato le valutazioni non conformi alla legge rispetto al Tasp (territorio agro silvo pastorale), per cui la Provincia non avrebbe garantito la giusta quantità di territorio soggetto a tutela ambientale.
Secondo il Wwf, in un territorio così fortemente urbanizzato come quello della provincia di Bergamo, l’unico modo per mantenere il patrimonio faunistico è quello di garantire ai selvatici la possibilità di avere territorio idoneo per la propria conservazione e consentire l'attività venatoria solo e se tali valutazioni lo permettano.
Il problema forse quindi è proprio da ricercare nell'eccessiva sottrazione di territorio agro silvo pastorale dato in pasto al cemento, come anche in un modello protezionistico troppo rigido che poco o niente si preoccupa di gestione faunistica. La caccia, ancora una volta è, pare, l'agnello sacrificale di una società che non sa e non vuole fare i dovuti conti con i problemi reali dell’ambiente naturale.