Riceviamo e pubblichiamo:
LA POSSIBILE ESTENSIONE A FEBBRAIO SI TRADURREBBE DI FATTO IN 9 GIORNI DI CACCIA, PERCHÉ SI VA A CACCIA 3 VOLTE LA SETTIMANA.
GLI AMBIENTALISTI AMANO PARLARE DI CACCIA NO LIMITS, MASSACRO ANNUNCIATO, DEREGULATION. QUESTI SONO PURTROPPO IN ITALIA I TERMINI DEL CONFRONTO CON LE FORZE VERDI, ATTANAGLIATE DA UN IDEOLOGISMO CHE IMPEDISCE LORO DI ENTRARE IN UN DIALOGO BASATO SU UN PIANO DI REALTÀ E SU ARGOMENTAZIONI TECNICHE E SCIENTIFICHE.
15 aprile 2010 – E’ bene prendere atto che quello che gli ambientalisti chiamano “caccia tutto l’anno” e “Il massacro annunciato” sono: 9 giornate di caccia in più eventuali l’anno nel periodo di febbraio, solo per alcune specie, e nei limiti di studi scientifici approvati dall’Ispra e altri istituti competenti, e con il vincolo in ogni caso dell’esclusione della caccia nei periodi ritorno al luogo di nidificazione, della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza degli uccelli.
Questo infatti è il corpo dell’articolo 43, che ricalca la Direttiva Europea Uccelli e la relativa Guida Interpretativa, e tutto questo è esattamente quanto gli ambientalisti si ostinano a voler chiamare “deregulation, caccia selvaggia, mattanza senza limiti, caccia tutto l’anno”. L’articolo 43 non fa altro che adottare anche in Italia il principio europeo, applicato già in tutti gli altri paesi dell’unione, del calendario per specie e decadi, che contiene tutte le tutele delle specie.
Verso i parlamentari che si accingono a votare, facciamo un invito a non cedere al ricatto dei facili slogan propri di una comunicazione puramente emotiva, priva purtroppo di concrete argomentazioni scientifiche e tecniche, in grado infatti di tradurre 9 giornate di caccia in minacce concrete alla sopravvivenza delle specie animali, facendo solo leva in modo strumentale sulla questione dell’ambiente e dell’Europa.
Con l’articolo 43 – afferma Alessandro Tamburini,presidente di CNCN - ci si avvicina a una prima regolamentazione moderna della caccia, intesa come attività di gestione del territorio, come è già considerata in tutta Europa, e come sarebbe necessario fare anche da noi, come dimostrano i dati ultimi di Coldiretti: 100 milioni di danni che lo stato deve risarcire alle regioni per danni causati da fauna selvatica.
Comitato Nazionale Caccia e Natura