Il consiglio della Federcaccia umbra, riunitosi negli scorsi giorni, ha espresso alcune considerazioni sulla politica venatoria regionale e nazionale. Con l'augurio che il nuovo consiglio regionale ponga la giusta attenzione sulle tematiche venatorie, l'associazione evidenzia con soddisfazione l'elezione Massimo Buconi, membro dell'Ufficio di Presidenza Nazionale della Federazione Italiana della Caccia.
Il consiglio a livello regionale auspica la ripresa del dialogo con la nuova amministrazione sulla rivisitazione del regolamento sui danni della fauna selvatica “che – sottolinea l'associazione– penalizza fortemente tutto il mondo venatorio sotto l'aspetto economico” e con le amministrazioni provinciali sulle definizioni urgenti dei piani faunistici. A questo proposito si dovrà puntare sulla qualità della selvaggina d'allevamento, ridefinire le zone di ripopolamento e cattura e delle aziende faunistico venatorie e valutare la possibilità di istituire zone temporanee di rispetto per la riproduzione di salvaggina stanziale.
Preoccupati per lo stallo in cui versa la riforma della 157/92, da Federcaccia Umbria giungono perplessità anche sull'emendamento dell'articolo 43, in quanto, si legge nel comunicato, “penalizza tutti gli Osservatori regionali, conferendo ogni potere decisionale ad un unico ente, l'Ispra, il quale non solo è in mano al Ministero dell’Ambiente anziché alla Presidenza del Consiglio dei ministri – sua sede naturale –, ma non è neanche finanziato, e dunque mai in condizioni di funzionare come dovrebbe”.
Il consiglio regionale Fidc ha inoltre ribadito la difesa di tutte le forme di caccia, anche con un recupero del territorio laddove ciò sia possibile ed opportuno in modo graduale e condiviso senza stravolgere, ad esempio, il lavoro fatto sul regolamento per la caccia al cinghiale. Quest’ultimo – rende noto Federcaccia Umbria - potrebbe aver bisogno di piccole, appropriate ed opportune rettifiche, emerse come necessarie da una prima stagione sperimentale, che comunque ha evidenziato la bontà del regolamento in sé, con una sensibile riduzione dei danni alle colture e appianando gran parte delle controversie un tempo in essere tra le varie squadre confinanti.