Nel veronese si è dato il via alla lotta alle nutrie, grazie soprattutto all'aiuto di una trentina di cacciatori che si sono resi disponibili a salvaguardare l'ambiente infausta presenza di questi grossi roditori, causa diretta del cedimento degli argini dei corsi d'acqua e di enormi danni alle coltivazioni. Così già durante la scorsa settimana, per effetto delle ordinanze comunali, hanno preso il via gli abbattimenti nel comune di Gazzo Veronese, Nogara, Casaleone e Bovolone.
L'iniziativa è partita dal comune di Gazzo, che ha proposto agli altri sindaci di permettere l'abbattimento delle nutrie a squadre di cacciatori abilitati dai corsi sostenuti per la sicurezza. L'ordinanza è già stata adottata da molto comuni della Lombardia e dell'Emilia ma in Veneto sembra trovare qualche ostacolo.
Le operazioni non sono certo facili: bisogna appostarsi nei campi coltivati e lungo i fossati ed attendere, ma i grossi toponi si fanno sempre più furbi, come testimonia Corrado Pasini, presidente dell'Atc 5: “imparano subito a diffidare dei fari che usiamo per stanarle - spiega il presidente dell’Ambito di caccia 5 - e si nascondono nell’erba alta. Ciò nonostante ne abbiamo prese un bel po’, anche se siamo abiutati ad altri numeri. Nel 2008 nel nostro Ambito ne abbiamo abbattute 8mila, poi la Provincia ci ha bloccato a causa di una modifica della legge anti-infortunistica. E loro sono proliferate: si riproducono peggio dei ratti”.
Contraria al provvedimento, la Lav ha chiesto di sospendere le operazioni, sostenendo che ad eliminare le nutrie in eccesso ci sono le volpi. In alternativa l'associazione animalista propone la sterilizzazione degli animali. Un atteggiamento che denota una scarsa conoscenza dell'entità del fenomeno, su cui gli amministratori locali pur ingegnandosi con ogni mezzo, non sanno più che pesci pigliare. Si è consapevoli per esempio che l'azione di pochi cacciatori non può risolvere la situazione, semmai appena tamponarla.
Tra l'altro permettendo l'azione diretta dei cacciatori, si incorre nel rischio di un possibile stop da parte del Tar. La legislazione vigente infatti non ha previsto interventi mirati per far fronte a simili situazioni e considera la nutria un animale selvatico come tutti gli altri. L'obiettivo dei sindaci ora è quello di ottenere, tramite la Regione, la revisione della legge sulla caccia su questo punto, declassando questo roditore a specie “infestante”, in modo da poter intervenire in ogni periodo dell'anno. Lo chiede anche Coldiretti che ha sottoposto la questione al governo già da sei mesi.