Basilio Catanoso, accanito sostenitore delle posizioni anticaccia all'interno del Pdl, all'indomani del voto espresso a favore sull'articolo 43 della Comunitaria, si dice pentito per quanto concesso ai cacciatori. Nessuna vittoria, dice, “sarebbe stato meglio andare al muro contro muro, per capire finalmente chi sta di qua e chi sta di là”.
Il deputato, che poche ore prima del voto aveva firmato un appello a Berlusconi che prometteva la chiara opposizione di una trentina di deputati al provvedimento, ha ceduto alla mediazione Gottardo, come hanno fatto del resto tutti gli altri firmatari, e ora non se lo perdona.
“Sarebbe stato meglio non accettare deroghe” sostiene ancora l'onorevole che, a dispetto dei malcontenti tra i cacciatori, continua a considerare quanto approvato un “blitz dei parlamentari pro caccia”.
Anche se lo fa tra le righe Catanoso è costretto ad ammettere che la norma recepisce le disposizioni comunitarie. “Ho ritirato il mio emendamento soppressivo – dice – perchè altrimenti avremmo perso altri mesi, e invece l'Europa ci chiedeva risposte”. “Il governo – dichiara ancora - ha agito responsabilmente, fornendo risposte contro le procedure di infrazione comunitaria”.
Catanoso si consola così: “serve il parere dell’Ispra per allungare il calendario, speriamo che dica sempre no”, “e poi abbiamo evitato ulteriori tentativi di ampliamento di tempi e tipologie venatorie".
Per regolamentare al meglio la convivenza tra cacciatori e ambientalisti secondo il deputato del Pdl, ora “è necessario un tavolo parlamentare con tutte le associazioni, per la rivisitazione della legge 157”.
(Il Giornale)