Sull'approvazione dell'articolo 43 della Comunitaria ci sono t
roppi gli indizi che svelano un "teatrino di comparse", servito a nascondere un accordo già preconfezionato a tavolino. A pensarlo è Maria Cristina Caretta che definisce quanto ottenuto "un ridicolo risultato".
"Dieci giorni - si legge nella nota della Confavi - di teorico posticipo della chiusura della stagione di caccia per alcune specie", che di fatto, secondo Caretta "sarebbero al massimo tre giornate di caccia", il tutto, sostiene il Presidente della Confavi, "si rivelerà irrealizzabile per effetto del parere dell’ISPRA al quale le regioni si dovranno adeguare".
I "presunti scienziati dell'Ispra" secondo la Confavi invocheranno il principio della precauzione per fornire alle regioni "il solenne parere secondo cui, pur essendo teoricamente possibile posticipare la chiusura della caccia ad alcune specie, di fatto non sarà opportuno consentirla perché deve essere tenuto conto del disturbo che la caccia arrecherebbe alle specie non cacciabili e della possibile confondibilità tra le specie cacciabili con quelle non cacciabili".
Inoltre, "i cacciatori italiani vedranno materializzarsi il reale pericolo di veder ridotta di un mese la cacciabilità di altre specie", commenta Caretta che contesta chi nelle altre associazioni ha visto un risultato positivo e una possibilità di avviare l'approvazione delle modifiche alla 157.