Un secco no ad ogni proposta, anche velata, di consentire
l'uso del cane nella caccia al capriolo. Secondo l’Arci Caccia (sia toscana che nazionale) si rischia di dare un
colpo mortale alla gestione, agendo in modo negativo sull’avanzamento culturale del mondo venatorio, portando esperienze fallimentari.
Occorre prestare la giusta attenzione rispetto alle problematiche della gestione di questa specie e, secondo l'associazione venatoria, “va trovata una soluzione con provvedimenti che agiscano in modo puntuale caso per caso e non con scorciatoie generiche e prive di senso”.
Per la gestione vera – dicono dall'associazione- ci vuole professionalità, serietà e correttezza, applicando anche le novità che vengono in soccorso dalla legge regionale, soprattutto nella gestione degli interventi negli istituti a divieto di caccia, e non le scorciatoie suggerite da visioni demagogiche e corporative”.
L'impegno da parte dei selecontrollori a fare sempre più e sempre meglio c'è, rileva l'associazione, che ricorda i buoni risultati sui piani di prelievo. L’Arci Caccia propone di “aprire una discussione sul merito con tutti gli interessati e con il supporto del mondo scientifico, al fine di individuare delle soluzioni vere e mirate a seconda delle diverse situazioni”.