Quello moderno, è un mondo che sta perdendo il contatto con le tradizioni e che tarpa le ali a chi le vuole inseguire. E' l'impressione di Roberto Senaldi, giovane cacciatore di Olgiate Olona (VA), che ci ha raccontato la sua personale passione per la caccia, nata sette anni fa, un po' per caso.
Non ha cacciatori in famiglia e al mondo venatorio si è avvicinato dopo il servizio militare. Sull'argomento all'epoca non sapeva quasi nulla ma con tanta buona volontà è riuscito a passare l'esame al primo colpo. “Ero il ragazzo più felice al mondo” dice di quel momento. “La prima stagione di caccia – ricorda - è stata una adrenalina unica e la notte dell’apertura non ho chiuso occhio”. Indimenticabile il primo fagiano, anche se – dice - “chiaramente padellato”.
I giovani a caccia? Sono come marziani – dice Roberto - e raramente vengono valorizzati. Per esempio lui si è visto rifiutare la domanda da un Atc piemontese, perchè è stata data precedenza ai cacciatori più anziani. “Credo che noi giovani cacciatori italiani dovremmo essere piu’ tutelati – ci scrive Roberto - sia dalle associazioni venatorie che da tutti quei fenomeni che fanno politica promettendo e poi tanti saluti”. “Come è possibile garantire un riciclo generazionale se ci rompono le ali sul nascere?” domanda.
Purtroppo l'eccessiva urbanizzazione delle sue zone è talmente elevata che non rende più possibile cacciare in sicurezza e in libertà. Dopo un periodo nelle riserve, è riuscito ad ottenere un posto in un Atc piacentino, dove caccia con i suoi 3 epagneul breton in forma vagante.
Roberto gestisce un'impresa familiare nel settore delle piscine, irrigazione, fontane e laghetti, un lavoro che assorbe gran parte del suo tempo. Quanto stacca non perde occasione di uscire con i suoi amati cani, anche solo per farli correre. “E' un modo – dice - per rilassarsi e godersi quel poco ma sempre indispensabile verde rimasto”.
Per Roberto Senaldi è necessario riscoprire i veri valori della caccia, legati a quei principi etici che rendono grande questa passione. Ci sono troppi seguaci della “pronta caccia”, (“liberi un fagiano venerdì e lo vai a cercare il sabato, sempre che lo trovi). Una logica che definisce “immorale” e da cui prende le distanze.
“Questa è la realtà che ci circonda cari Signori , ma io – conclude - non mi sento parte della massa e per questo che sono fiero di avere questa passione”.
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