Secondo quanto ci riferisce
Eugenio Mola (aderente al gruppo BigHunter giovani), l
'Enpa di Lodi, guidata dal Capo Nucleo Aldo Curatolo, ha denunciato quattro cacciatori abilitati al servizio del selecontrollo nutrie mediante la metodologia dell'abbattimento con fucile, fermati circa un mese fa in un comune del lodigiano dalle guardie venatorie dell'associazione.
Secondo Curatolo l'autorizzazione del Sindaco del comune non sarebbe sufficiente a consentire tale pratica. Inoltre i cacciatori dovevano essere accompagnati dalle guardie provinciali e avrebbero potuto effettuare gli abbattimenti solo in periodo di caccia aperta . Su di loro pende ora una denuncia pesante paragonabile ad una denuncia per bracconaggio essendo indicati tra i motivi l'utilizzo di armi da fuoco, il periodo di caccia chiusa, la specie cacciata proibita.
Sul caso pare regni una certa confusione. La Provincia di Lodi ha infatti ribadito, tramite l'assessore alla caccia Boneschi e il presidente Pietro Foroni - la correttezza delle operazioni, esortando i Sindaci a non sospendere le ordinanze programmate.
"Ancora una volta - ci scrive ancora Eugenio Mola - le associazioni animaliste tendono a disturbare e a screditare l'opera dei cacciatori, che si sono messi a disposizione gratuitamente della Provincia e dei Comuni. Infatti la pratica oggetto di denuncia era già stata effettuata per tutto l'arco del 2009 senza problemi di ogno sorta".
I selecontrollori nutrie dovevano essere cacciatori con la licenza di caccia in corso di validità, effettuare presso la Provincia un corso di abilitazione e dopodichè diventavano selecontrollori disponibili presso i Comuni di appartenenza. I Comuni, aderenti al piano di contenimento della Nutria, dovevano, a loro volta, aver provveduto ad individuare delle aree di smaltimento create ad hoc rispettando i criteri igienico-sanitari sanciti dal piano; inoltre dovevano mappare e dividere le aree comunali in zone da destinare all'azione di contenimento con lo sparo delle squadre di selecontrollori accreditati. Ogni squadra doveva essere composta da minimo due e massimo quatrro selecontrollori che agivano nei giorni precedentementi stabiliti dal Comune (che a sua volta li comunicava alla Questura e ai Carabinieri di riferimento) previo avviso alla Cittadinanza.
"Non resta che attendere l'evolversi della vicenda - scrive Mola - nella speranza che l'Enpa ritiri la denuncia ai quattro volontari che avevano l'unica colpa di aver messo in pratica un'azione ordinata e programmata da Provincia e Comune".