Infuriano le polemiche sulla denuncia dell'Enpa ai 4 selecontrollori del lodigiano, regolarmente autorizzati da Provincia e Comune al prelievo delle nutrie. Dopo l'ennesimo attacco denigratorio, questa volta a colpi di pesanti denunce, i cacciatori reagiscono duramente, accusando l'Enpa di aver condotto un arrogante atto "terroristico" contro di loro. La tattica dell'associazione pare infatti quella di demonizzare a tutti i costi la categoria, come emerge da una recente campagna stampa.
"Per i contorni della vicenda descritta si è trattato di una chiara azione intimidatoria nei confronti dei cittadini cacciatori - dicono al quotidiano locale Il Cittadino - che mettono al servizio della comunità il proprio tempo e anche le proprie risorse per cercare di contenere il problema nutria, che, lo ribadiamo ancora una volta, nulla ha a che fare con l'attività venatoria da noi praticata".
L'indignazione nell'ambiente è trasversale. A difendere la caccia dai giochetti dell'Enpa si sono esposti in prima linea i rappresentanti locali di Arcicaccia, Enalcaccia, Federcaccia e Libera Caccia. "Non ha ragione l'agire dell'Enpa - dicono insieme Alberto Parmoli di Arcicaccia, Luigi Borselli di Enalcaccia, Giorgio Marazzina di Federcaccia e Fausto Roati di Liberacaccia - che vuole dare ancora una volta la colpa a una categoria di cittadini che si impegna nel pieno rispetto delle norme e dei regolamenti emanati dalla Provincia, in collaborazione con le proprie amministrazioni comunali.
Un'arroganza senza confini permette all'Enpa di avere la presunzione di erigersi a giudice insidacabile, senza per altro rapportarsi con le istituzioni preposte, osservano ancora i cacciatori, "tanto che Enpa col proprio agire ha attuato un intervento terroristico nei confronti dei selecontrollori e di palese intimidazione verso quelle amministrazioni comunali che si sono dimostrate attente e sensibili a questo problema".
Intanto a difesa dei cacciatori è intervenuta la Provincia di Lodi, che tramite l'assessore Matteo Boneschi, ha ribadito che l'Enpa ha preso un granchio, male interpretando le norme in vigore. L'ente ha poi sottolineato che il contenimento della specie è una priorità per il territorio. Sono 20 mila le nutrie che ogni anno vengono abbattute nella zona grazie ai selecontrollori.
"Con rammarico - concludono i rappresentanti dei cacciatori - constatiamo la difficoltà di rapportarsi con l’Enpa, per tematiche che interessano e coinvolgono la nostra comunità, e indubbiamente il mondo venatorio".