All'approvazione della legge Comunitaria sono seguite le reazioni soddisfatte del mondo ambientalista italiano. L'articolo che modificherà i criteri per la formulazione dei calendari venatori (10 giorni di caccia in più a febbraio, solo su parere dell'Ispra e solo per alcune specie, per cui rimane invariato il numero delle giornate di caccia) piace a Wwf, Lipu e Legambiente, che sottolineano il positivo cambio di rotta rispetto al testo approvato inizialmente al Senato.
Per il vicepresidente di Wwf Italia Raniero Maggini, questo è “un passo avanti per la corretta applicazione della Direttiva Uccelli e delle altre leggi internazionali a tutela della biodiversità”, in quanto introduce importanti regole per la tutela e la conservazione degli animali selvatici come “l'obbligo di migliore e maggiore protezione degli habitat naturali e il divieto assoluto di caccia durante i periodi di riproduzione e migrazione degli uccelli”.
Per la Lipu l'articolo approvato in Comunitaria è ''in gran parte ottimo”, in quanto “rilancia le politiche di tutela della natura in Italia riducendo la stagione di caccia e salvaguardando le specie in declino, ma che prevede un'insostenibile possibilità di deroga per dieci giorni di caccia a febbraio, sebbene molto teorica''. Le Regioni , secondo la Lipu, dovranno dunque cancellare varie specie dalla lista di quelle cacciabili nonché ridurre di molti giorni, tra i dieci e i trenta in chiusura ma con consistenti limitazioni anche in apertura, la durata della stagione venatoria per molte altre specie. Resta grave secondo l'associazione la possibilità di deroga per i primi dieci giorni di febbraio, ma – sottolinea -”è impensabile il placet dell'Ispra''.
Secondo Antonino Morabito, responsabile fauna di Legambiente, ''non solo è stato scongiurato il pericolo di una deregulation venatoria, ma si dovrà ora, com'è chiesto dalla Ue, esplicitamente vietare la caccia per tutte le specie nei periodi più sensibili della vita degli animali selvatici, quali il periodo migratorio e quello della nidificazione fino alla piena indipendenza della prole''.
(ANSA)