“Un provvedimento beffa, sia per il mondo agricolo che venatorio”, così il Presidente di Federcaccia Umbria Franco Di Marco commenta l'approvazione del regolamento regionale sui danni da fauna selvatica alle coltivazioni. La maggior criticità è quella che vede le squadre di cinghialai costrette a coprire di tasca propria i danni che gli Atc non riescono a rifondere. Una misura che, secondo Di Marco, potr�destabilizzare una gestione ottenuta a fatica grazie al regolamento per la caccia al cinghiale, che ha visto una considerevole riduzione dei danni nel giro di un anno di applicazione, grazie proprio all'impegno di Atc e cacciatori.
Il pericolo è che molti potrebbero decidere di non iscriversi più agli Atc, spiega il presidente Fidc, vanificando il lavoro finora portato avanti e causando un incremento esponenziale dei selvatici.
Chi risarcirà allora gli agricoltori? Domanda il Presidente Di Marco, che plaude alla decisione dei tre Atc di ricorrere al Tar contro il regolamento chiedendone l'immediata sospensione. Federcaccia stessa ha attivato un procedimento legale ad adiuvandum su tale ricorso. Non hanno fatto lo stesso – specifica Di Marco – altre associazioni umbre che, dice, si sono defilate per non sostenere i costi relativi.
Altro punto critico è la rivisitazione dei settori assegnati alle squadre, su cui Fidc Umbria ribadisce la propria disponibilità a verificare eventuali situazioni favorevoli anche ad un recupero di territorio a beneficio di altre forme di caccia, lavoro che spetta comunque ad Atc e Province.
Di Marco conferma poi il giudizio negativo rispetto alle considerazioni del ministro Brambilla e plaude alla posizione espressa in merito dal Pdl umbro, da cui si augura possano derivare fatti concreti. “Sarebbe opportuno – scrive il presidente - che il coordinatore del Pdl regionale nonché dell’intergruppo parlamentare “Amici della caccia, della pesca e del tiro sportivo”, il nostro amico federcacciatore onorevole Luciano Rossi, ponesse in essere tutti gli atti necessari ad attivare una mozione che chieda le dimissioni della Ministra Brambilla. Dovesse ciò verificarsi, Federcaccia sarebbe e sarà dalla sua parte”.