La caccia è una bellissima attività, piacevole e, se praticata secondo giusti principi, utile. Lo pensa Enrico Lino, di Venaria Reale (TO). Da cacciatore nel fiore degli anni conosce la situazione della sua generazione e pensa che sia necessario educare i giovani d'oggi per avvicinarli al mondo venatorio, per esempio “mostrando loro quanto c'è ancora da fare per ottenere un ambiente sano e ricco di selvaggina naturale e sfatando così il mito del cacciatore distruttore”.
Enrico lavora come tecnico commerciale nel settore della siderurgia, è sposato ed ha già due bimbe. Moglie e figlie, ci dice, condividono la sua passione, sana e faticosa ma soprattutto comprendono la gioia che essa sa provocare. La figlia più grande, di nove anni, già lo segue in alcune uscite. Anche la più piccola scalpita, ma è ancora presto, dice. Un vizio di famiglia, pare, visto che ha coinvolto praticamente tutte le generazioni che lo hanno preceduto.
Pratica la vagante con cane da ferma ma non disdegna altri tipi di caccia. Per tre anni è stato presidente di una sezione comunale torinese di Federcaccia, ma crede che il lavoro più importante per la caccia sia quello che parte dalla gestione sul territorio, per questo collabora attivamente con l'Atc dove caccia (AL 1). “Le Associazioni Venatorie – dice - hanno diviso il mondo venatorio sezionandolo con le settoriali e facendo dimenticare ai cacciatori l'amore per il territorio e per la propria passione”.
La caccia per Enrico è fondamentale per la salvaguardia dell'ambiente. “Una sana Gestione e con un controllo selettivo delle specie più aggressive e opportuniste – ci scrive - porteranno il cacciatore moderno ad essere l'Ambientalista per Eccellenza”.
Ecco come racconta la sua prima lepre: “era il mio primo anno nell'atc AL 1, ero con la mia Cagnetta, Setter inglese tricolore di nome Dea, una ferma a testa alta in un terreno collinare dentro ad un pioppeto una guidata di circa 40 metri. E, come un fantasma parte come un missile questa magnifica lepre: mi tremavano le gambe ma la mia mira non mi ha tradito un bel tiro e poi dritto a casa a mostrarla a mio Padre e alla mia famiglia, foto di rito e festa .... la lepre è sempre la lepre!”.
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