Continua la battaglia legale per il riconoscimento della Confavi. Come l'associazione aveva previsto in un comunicato del mese scorso, i giudici del Consiglio di Stato hanno smentito i colleghi del Tar del Lazio ed hanno accolto il ricorso in appello per la riforma della sentenza del Tar che aveva sancito la piena legittimità del Decreto interministeriale con il quale era stato decretato il riconoscimento della Confavi.
Nulla cambia in realtà per l'associazione. Il mancato riconoscimento comporta che, come accaduto finora, la Confavi non possa beneficiare dei privilegi garantiti alle altre associazioni venatorie riconosciute per legge, tra i quali il finanziamento pubblico previsto dalla legge statale 157/92.
Maria Cristina Caretta, presidente dell'Associazione, definisce “contenzioso fraticida” quello che ha visto schierate dall'altra parte le associazioni Fidc, Arci e Italcaccia. L'associazione - fa sapere - non si arrende e continuerà la sua battaglia, certa che alla fine di questo contenzioso vedrà confermato il proprio riconoscimento.
Intanto la Confavi preannuncia che i fondi accantonati presso il Ministero e mai erogati all'associazione per effetto del contenzioso in corso, saranno devoluti al Coordinamento per la difesa e la promozione della Cultura rurale "al fine di dotarlo di un efficiente servizio legale che avrà il compito di tutelare i diritti di tutti gli associati aderenti a tutte le realtà che si sentono portatrici della Cultura rurale".
La Caretta conferma la nuova strategia decisa durante la riunione dello scorso 24 maggio, quella di “un positivo gioco all'attacco” nella difesa dell'attività venatoria e delle altre componenti della ruralità.