In Provincia di Como i cacciatori non sono pienamente soddisfatti di come l'amministrazione gestisca il settore caccia. Scontenti sono, per esempio, i membri di Acl (Associazione Cacciatori Lombardi) che da tempo stanno portando avanti alcune questioni sottoposte all'amministrazione, che comporterebbero apposite modifiche del Piano Faunistico Venatorio.
Ce lo comunica il presidente provinciale dell'associazione, Giulio Ricca, che in questi giorni proprio sul tema dei tagli dei fondi alle amministrazioni, ha sollecitato il Ministro Tremonti, a prendere visione di ciò che accade a Como, dove – fa notare Ricca - si spendono dai 40 agli 80 mila euro l'anno per il risarcimento dei danni (per il 90 per cento ascrivibili al cinghiale) ma non si pensa a valorizzare la caccia come una risorsa anche economica. In questa direzione si andrebbe per esempio se si permettesse ai cacciatori residenti in altre province, o in provincia di Como ma non optanti per la caccia in montagna, di partecipare alle battute al cinghiale, praticate a Como dai soli residenti che scelgono la forma esclusiva (zona alpi).
Tali cacciatori, solo invitati dalle squadre già esistenti e non aventi facoltà di alcun altro diritto - per il presidente di Acl Como - non arrecherebbero certo disturbo, visto che le squadre spesso non raggiungono neanche i numeri minimi richiesti. In questo modo si potrebbe affrontare il problema danni e allo stesso tempo assicurare un consistente ritorno economico per il turismo venatorio e l'indotto. La sproporzione tra la risorsa suide e la gestione, secondo l'associazione, in gran parte grava invece sulle spalle dalla collettività, attraverso l'impiego sistematico delle guardie provinciali e il risarcimento, non ultimo il contributo che si chiede agli aventi diritto di collaborare per la sistemazione delle recinzioni.
Senza contare che i benefici si ripercuoterebbero anche su altre forme di caccia, aprendo la via ad uno scambio di cacciatori. “Come si possono avanzare pretese – scrive Ricca - con l'assessore di Pavia a cui si vorrebbero rifilare qualche centinaio di cacciatori stanchi di tenere il cane al guinzaglio, se poi Como è la prima Provincia a non permettere ospitalità ad altre province?”.
La questione (cinghiale) contenuta in una missiva inviata agli uffici provinciali, è l'oggetto di un intervento di risposta da parte dell'assessore alla caccia uscente Dario Bianchi, che respinge di netto tale possibilità. Altre risposte vertono su altre situazioni. Per esempio sull'approvvigionamento dei richiami vivi, per cui Acl Como lamenta difficoltà da parte dei cacciatori per la presenza di un solo impianto. “In effetti le catture negli ultimi anni sono inferiori alle richieste” – risponde Bianchi, secondo cui gli impianti attivi sono però in realtà due. L'assessore ha poi risposto positivamente alla richiesta di Ricca di unificare gli Atc nella zona Cantù Olgiate, un'opzione – ha sottolineato – presente nell'attuale fase di revisione del Piano Faunistico Venatorio, che comunque non risolve, fa notare Bianchi, il problema della sovra densità dei cacciatori rispetto al territorio.
Altre domande di Ricca rimangono senza risposta. Come la richiesta di Acl di un incisivo intervento rispetto alle specie nocive (corvi, volpi, piccioni terraioli,cormorani) o quella di ripristinare la norma che permetteva a una ventina di cacciatori parzialmente invalidi di raggiungere il posto di caccia in auto. Una negazione che sarebbe in palese disaccordo con la legge Reg. n°26, per Ricca: “Se per cacciare degnamente bisogna fare 3 km in salita – scrive– prima dell'agognato pianoro, che colpa ne ha chi ha difficoltà nel camminare? - domanda”. Ai cacciatori “in parte disabili” di pianura ciò è permesso dall’orografia del territorio,così come è previsto giustamente l’utilizzo della Vettura per i capannisti.
In sostanza cresce tra i cacciatori comaschi la sensazione che l'amministrazione sia più propensa a promuovere la sola caccia con la carabina. “Si ha l’impressione – conclude Ricca - che certi funzionari abbiano la mania di onnipotenza, tanto che per ovvi motivi stanno discutendo il Nuovo PFV, senza interpellarmi (come loro diritto, non pensando al dovere che hanno ad ascoltare chi propone in maniera costruttiva)”.