Ha solo 19 anni Simone Borgesa ma in lui batte già il cuore di un vero cacciatore. Torinese di nascita, è appassionato di caccia, pesca, motori e calcio e come tutti i suoi coetanei ama uscire, andare a ballare e stare in compagnia. Tra i suoi mille svaghi, la caccia trova però uno spazio speciale che condivide con due dei suoi amici, anche loro giovanissimi.
La caccia per Simone è “una cosa fantastica, appassionante ed emozionante” che, spiega, deve essere intesa prima di tutto come controllo e gestione che l'uomo svolge sulle specie, in modo da consentirne un adeguato sviluppo. Un aspetto che per lui va enfatizzato agli occhi dell'opinione pubblica, al di là della questione alimentare. “Gli animalisti – argomenta - non sanno quanto sia buono il mio bel pezzo di carne cucinato dopo una bella battuta e quanto un fagiano o una lepre possano appagare gli sforzi fatti”. L'unico modo di difendersi dalle accuse infondate è, dal suo punto di vista, quello di far capire alla gente che l'attività venatoria è un aiuto alla natura e che “è un dovere dell'uomo svolgerla”.
Simone ricorda i suoi primi approcci con la caccia, quando a 16 anni è uscito con il padre all'apertura al capriolo. Più tardi ha trovato la sua vera passione: il cinghiale. “Non c'è niente altro al mondo – dice - che ti dà quelle emozioni e quelle sensazioni che senti quando ti si avvicina una canizza oppure il momento in cui incontri il re del bosco!” scrive.
La caccia per Simone ha bisogno di serietà e competenza.“Credo che le associazioni venatorie siano una buona cosa se gestite nel modo giusto – ci dice - . In Italia c'è ne sono tante, forse troppe e creano un po' di divisione fra noi cacciatori mentre invece dovremmo cercare di fare l'opposto”.
Infine, tornando alla sua grande passione, Simone racconta una delle esperienze più importanti: quella del primo cinghiale abbattuto, un'emozione – dice – che si ricorderà per sempre.
“Ero piazzato in fondo vallone di montagna dove scorreva un piccolo ruscello a una ventina di metri da me.. era quasi metà mattina e non si era ancora sentito niente, neanche un cane che faceva cenno di iniziare la seguita quando a un certo punto nella costa di fronte a me vidi un cinghiale scendere piano piano proprio verso il ruscello dove ero piazzato!
Piano piano imbracciai il Beretta A300 cercando ti tenere sotto mira l'animale, tremavo e avevo una paura tremenda di sbagliare e allora aspettai il più possibile in modo da farlo avvicinare. Il cinghiale arrivò al ruscello, fece per attraversarlo e a metà si blocco di colpo proprio girato con il muso verso di me! In quel momento lasciai andare il primo colpo, bam!! Vidi l'animale che cadde proprio sul posto a gambe all'aria, ma non feci in tempo a pensare di aver fatto centro che si tirò su e iniziò a correre davanti a me per risalire la costa alle mie spalle.
Colto di sorpresa gli feci di corsa il secondo colpo ma vidi una bella fumata proprio dietro l'animale! Non lo avevo anticipato! Adesso sapevo di avere solo più un colpo a disposizione e quando vidi il cinghiale che a inizio salita andava sempre più piano, capii che il primo colpo aveva fatto centro, allora presi bene la mira e bum!! L'animale crollò li sul posto senza più rialzarsi. Alla fine ero cosi agitato che non credevo ai miei occhi! Ce l'avevo fatta!! Detti la buona notizia agli altri della squadra che si congratularono con me.. ero felicissimo! Andai vicino alla spoglia dell'animale e vidi che avevo ragione: con il primo colpo lo avevo preso ma nonostante la ferita si era fatto più 30 metri di corsa in salita!".
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