Sarà un cacciatore a guidare d'ora in poi la direzione del Parco Nazionale di Monti Sibillini. La notizia è delle migliori e porta finalmente una boccata d'aria fresca in un clima di continue ostilità tra interessi apparentemente contrapposti. La decisione viene direttamente dal Ministero dell'Ambiente, che ha confermato la ventilata nomina dell'ex dirigente nazionale di Federcaccia e membro del Consiglio Internazionale della Caccia.
Ma Franco Perco non è solo un esperto di arte venatoria e prelievo sostenibile. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Naturali, è anche zoologo progettista, coestensore di 14 Carte Faunistiche Regionali o Provinciali, consulente o progettista di più di una ventina di Parchi, di una trentina di Enti Pubblici (soprattutto Regioni o Province) e coprogettista di numerosi progetti di valutazione d'impatto ambientale (settore faunistico), nonchè consulente scientifico dell'Uncza ed apprezzato scrittore.
Non a caso la nuova gestione del Parco si profila distante dalla solita filosofia delle aree protette italiane. Tra le prerogative avanzate da Perco c'è quella di “far comprendere che la gestione faunistica non è un campo di esercitazione di buoni sentimenti o per dilettanti”. Bisogna, insomma dice Perco “abbandonare la mentalità di cittadella assediata dove i buoni (amici del Parco) sono nettamente distinti dai cattivi (i nemici e persino i tiepidi) e verificare se il messaggio è inteso correttamente”.
Una specie di rivoluzione, vista la rigidità di molti parchi italiani, che potrebbe finalmente costituire un esempio concreto in grado di dimostrare sul campo come, nel rispetto della fauna, dell'ambiente e delle realtà locali circostanti, si possa uscire dalle solite contrapposizione e amministrare un parco nel migliore dei modi, coinvolgendo tutti i soggetti interessati.