I rappresentanti del mondo venatorio di Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta, Cipro, Turchia e Grecia, membri della Face Med, si sono riuniti ad Atene lo scorso 11 giugno per discutere dei 15 anni del Progetto Artemis, che mira ad instaurare nei paesi europei un prelievo sempre più scientifico e sostenibile.
L'approccio diretto della Face Med permette di trattare tutti quei problemi che sono in carico all’organizzazione centrale di Bruxelles, ma che non possono essere ampiamente esaminati in quella sede. L'organizzazione, fortemente voluta anche da Giovanni Bana (Vice Presidente della Face), ha fatto passi avanti. Anzitutto è stato approvato il progetto di ristrutturazione di Ompo (Uccelli Migratori del Paleartico Occidentale) con un comitato scientifico capace di validare i dati raccolti dei cacciatori e di creare in ogni stato membro una serie ramificata di esperti per raccogliere informazioni importanti, sulla base del volontariato degli stessi cacciatori.
L'imperativo sottolineato è quello di unire le forze per arrivare ad un'ottimizzazione della raccolta e del confronto di dati certi. Un ruolo chiave lo giocano le associazioni venatorie che possono, attraverso le adesioni dei propri soci, mantenersi economicamente attive in un momento in cui molti aiuti pubblici, visto il periodo di crisi, verranno meno, anche per il mondo ambientalista.
Le Associazioni venatorie devono assumere – così è emerso nelle importanti giornate di Atene, riporta una nota di Anuu Migratoristi – non più un ruolo meramente di “sindacato”, ma di “operatività” nei confronti della gente che, ormai, sta comprendendo che il flusso di denaro è stato rivolto solo a creare un fronte di No alla caccia, che poco ha apportato alla conservazione e alla tutela della natura.
In questo senso, è ormai evidente la necessità di una politica cinegetica comune nel sud dell’Europa, come evidenziato da Nicolaos Papadodimas e ribadito da Lino Farrugia e Pasqual Batalla Llorens quando, questi ultimi, hanno esposto i problemi della caccia in Malta e dell’uso del parany in Valencia (Spagna), sempre sulla base di un prelievo controllato, coordinato e programmato.
La “tavola rotonda”, ottimamente condotta dal rappresentante francese ed ex parlamentare europeo, Yves Butel, con un’ampia partecipazione di tutti i presenti e anche dei nostri rappresentanti italiani, è stata conclusiva di spunti interessanti che rappresenteranno le “linee guida” operative di FACE Med per i prossimi mesi.
La lunga riunione si è conclusa su un tema giuridico di non lieve rilevanza e, cioè, quello della ricerca di un uniforme diritto di caccia riconosciuto sui temi principali che animano un falso dibattito, quale può essere il “benessere degli animali”, l’uso dei richiami vivi con particolare riferimento agli anatidi, la difesa delle cacce regionali che rappresentano una realtà non esportabile, ma basate su una ruralità che è l’esempio operativo di quella “biodiversità” propria delle varie Regioni di un’Europa che, con troppa fretta, forse si è allargata a 27 Stati membri e che deve essere comunque sostenuta e riempita di contenuti, perché sia l’espressione pratica e concreta del berceau della cultura del nostro pianeta.