L'amministrazione provinciale bergamasca ha deciso di combattere in maniera più decisa le infrazioni venatorie, per cui si pensa, per lo meno nei casi più gravi, anche al ritiro del tesserino.
Una misura che l'assessore Alessandro Cottini spiega così “non è giusto limitarsi alla multa, perché essa ha un peso diverso a seconda delle condizioni economiche del cacciatore: c'è chi se la può permettere senza problemi – dichiara sulle pagine del quotidiano locale L'eco di Bergamo –. Condivido, quindi, l'idea di introdurre una sanzione accessoria che abbia per tutti lo stesso effetto, come la sospensione del tesserino di caccia. Sottolineo che la proposta è arrivata direttamente dai comprensori alpini, dagli Atc e dalle associazioni venatorie. È ora di smetterla di sostenere che i cacciatori non hanno coscienza ambientale”.
Compito della regione sarà quello di occuparsi della mobilità venatoria, un tema molto sentito dai cacciatori di questa e di altre province lombarde. “A Bergamo, Milano e Brescia si soffre troppo per la densità di cacciatori – rileva Lorenzo Bertacchi, presidente provinciale di Federcaccia –. A Mantova ogni cacciatore ha a disposizione 18 ettari di territorio, da noi 4. Serve la possibilità di spostarsi di più”. Un'opzione a cui stanno lavorando, pare, gli assessori provinciali competenti e che forse potrà dare risultati apprezzabili già in questa stagione.