Bloccata dalla Corte Costituzionale, la legge regionale del Piemonte sulle aree protette, la 19 del 2009, è oggetto di modifiche da parte della nuova giunta, che ne ha per il momento differito a fine anno l'entrata in vigore. Intanto rimane sotto accusa la possibilità di far entrare la caccia all'interno dei parchi, soluzione a cui pare pensi anche il neo assessore competente William Casoni (Pdl), che ha annunciato alla stampa l'intenzione di ricorrere all'ausilio delle squadre di cacciatori per permettere alle guardie venatorie di intensificare i prelievi che saranno predisposti nei piani di abbattimento selettivo.
Le squadre, secondo queste modifiche, saranno mobilitate e coordinate sotto la stretta supervisione delle autorità dei parchi. Una soluzione dettata dall'emergenza ungulati, come ha spiegato direttamente l'assessore: “le guardie, da sole, sono insufficienti - spiega Casoni -. E’ tempo di affrontare in maniera decisa l’aumento di specie che migrano verso le aree protette contando su una sostanziale tranquillità. Sono le stesse che sovente finiscono per fare il percorso all’inverso. Irrobustite di numero, si riversano oltre i confini dei parchi, danneggiando i campi e mettendo a rischio la sicurezza stradale”.
Non solo ungulati. Il problema del sovrannumero, ha ricordato Casoni, riguarda anche altre specie. Come il cormorano, presente nel Parco del Po e ai Laghi di Avigliana, la cornacchia e il piccione torraiolo, la nutria, che da problemi nel Parco del Po, in quello della Mandria e al Lago di Candia.
(La stampa)