La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge piemontese sulla gestione dei parchi e dell’attività venatoria, secondo il Segretario Nazionale dell'Associazione Italiana per la Wilderness Franco Zunino, fa luce sui tentativi di alcuni politici di accattivarsi le attenzioni dei cacciatori, creando altre forme di parchi, apparentemente aperti alla caccia.
La Corte Costituzionale si è difatti espressa in merito (sentenza 193/2010 del 4 giugno scorso) sostenendo che quale che sia il tipo di area protetta, se prevista e/o comunque collegata alla 394, deve essere assoggettata al divieto di caccia. “In pratica – scrive Zunino - secondo questa sentenza, qualsiasi legge regionale che istituisca delle aree protette deve fare riferimento alla 394 secondo il titolo V della Costituzione che assegna questa competenza solo allo Stato; Stato che ha disciplinato questa materia, appunto, con la 394”.
La soluzione ci sarebbe. Le Aree Wilderness, sostiene il presidente della AIW, sono l'unico modo per tutelare il territorio e l’ambiente senza violare la Costituzione né cadere nella trappola della 394 che obbligherebbe ad una inscindibile chiusura della caccia. "I cacciatori stiano quindi all’erta - sostiene Zunino - quando i Sindaci ed i loro politici di fiducia al fine di godere di finanziamenti regionali e/o statali (e relative poltrone!) propongono loro l’istituzione di Parchi ed altre forme di aree protette connesse alla 394 ed alle leggi regionali conseguenti: potrebbero trovarsi poi con territori irrevocabilmente chiusi alla caccia".