Alla tavola rotonda organizzata dalla Provincia di Arezzo lo scorso sabato, il Presidente Nazionale di Federcaccia Gianluca Dall'Olio, ha messo al centro il tema dell'unità. “E' sulle competenze tecnico scientifiche – ha detto – che il mondo venatorio deve trovare un'azione comune”.
“Per contrastare i nostri avversari in modo fermo e deciso – ha proseguito – è necessario costruire una dinamica fatta di conoscenze scientifiche sulle quali siamo attualmente tutti in ritardo”. Una priorità che corrisponde all'apertura di qualche mese fa di due uffici tecnico scientifici .
“In un disinteresse generale delle istituzioni – ha detto il Presidente Dall'Olio - tempi e specie sono rimasti immutati da 17 anni. Se nei prossimi anni non ci saremo dotati di osservatori ornitologici in grado di raccogliere ed elaborare dati da contrapporre all’Ispra non andremo da nessuna parte”.
L'unità del mondo venatorio è importante anche per far fronte alla deriva animalista e anticaccia, a cui è necessario porre fine. Perciò – insiste Dall'Olio - “alcune associazioni venatorie sarebbe bene rivedessero il loro assetto di alleanze”. Per Federcaccia “occorre chiudere con una caccia condizionata dall'ignoranza della società in materia”, in tal senso occorre dimostrare tramite una ricerca articolata e tecnicamente fondata “che la caccia, la sua cultura e le sue tradizioni fanno ancora profondamente parte del tessuto di questo Paese”
Intervenuti oltre a Dall'Olio, il Presidente di Arcicaccia Osvaldo Veneziano, il consigliere di presidenza Enalcaccia, avv. Evola, il Presidente della Provincia Roberto Vasai, ill Direttore Generale e Coordinatore Servizio Caccia, Gabriele Chianucci, i presidenti degli Atc, dell’Urca Arezzo e delle Associazioni venatorie provinciali.
Durante gli interventi è emersa la buona gestione portata avanti ad Arezzo, grazie alla condivisione dei vari operatori sul territorio e all'attento monitoraggio ambientale, grazie a cui si è giunti ad una significativa ricchezza di fauna, ad una diminuzione sensibile dei danni da selvatici e alla valorizzazione delle esigenze ambientali. Un impegno che proseguirà nei prossimi anni con particolare attenzione alla ricchezza di ungulati, con una migliore gestione della piccola stanziale e affrontando con convinzione una vera sfida culturale per modificare l’atteggiamento generale nei confronti dell’attività venatoria.