Singolare protesta quella del Presidente dell'associazione nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche,
Stefano Spinetti, che dalla rivista di settore
Oasis se la prende con la caccia in quanto
fonte di disturbo per i tanti turisti stranieri nei mesi di settembre e ottobre, quando l'Italia è piena anche di cacciatori. Spinetti non si spiega come mai ai cacciatori, che sono sempre meno, vengano concesse
aperture anticipate della caccia contrarie, a suo dire, alle disposizioni europee e alle dichiarazioni del ministro dell'Ambiente.
La questione per Spinetti è seria, in gioco c'è il futuro del turismo italiano, che per riprendersi ha bisogno di liberarsi dei cacciatori in settembre e ottobre, a quanto dice mesi prediletti di tanti turisti stranieri che non amano gironzolare per boschi e paludi in pieno agosto. “Il pericolo di danni economici a causa della caccia per l'Italia è quindi enorme - sbotta il presidente delle Guide Naturalistiche - e da tempo associazioni di categoria e tour operator lanciano allarmi in proposito”.
Spinetti forse non sa che la caccia a settembre e a ottobre c'è sempre stata e che attività venatoria e turismo sono sempre coesistite senza intralciarsi a vicenda. Perdipiù - e sarebbe bene che lo facesse sapere anche alla ministra Brambilla - la caccia, fra le tante voci su cui insiste a favore del nostro asfittico PIL, è una componente importante per il turismo, soprattutto in mesi, come settembre e ottobre, in cui la stagrande maggioranza delle strutture ricettive nostrane resterebbero altrimenti desolatamente vuote. Con buonapace di Spinetti e della rossa passionaria che sovrintende, in modo per la verità piuttosto singolare, al dicastero del Turismo medesimo.