I due Atc perugini (Pg1 e Pg2), con le loro 166 squadre di cinghialai, intendono porsi in prima linea nella gestione del cinghiale. I cacciatori si sono costituiti i due rispettivi coordinamenti per dire la loro in merito alla gestione del suide, sulla base del confronto interno presentando poi proposte concrete alle istituzioni competenti, in primis alla Regione.
A cominciare da alcune richieste sul Calendario Venatorio, che è ancora al vaglio della III Commissione regionale: caccia al cinghiale aperta il 2 ottobre fino al 31 dicembre, con la possibilità di posticiparne eventualmente l’apertura al primo novembre per chiudere poi il 31 gennaio.
Questa ipotesi – dicono - è contemplata dalla legge nazionale 157/92, quindi non ci dovrebbero essere grosse difficoltà di recepimento da parte della Regione. Inoltre, gli 8mila cinghialai chiedono che la caccia al cinghiale in forma singola sia consentita soltanto negli stessi giorni in cui si effettuano le battute.
Infine una considerazione: i coordinamenti ritengono che la caccia al cinghiale vada svolta esclusivamente in forma singola o in braccata, sulla linea dell’attuale regolamento. Ciò è necessario e auspicabile per questioni di gestione e sicurezza, in quanto altri metodi di caccia al cinghiale – non essendo state individuate zone specifiche per il loro esercizio – si andrebbero inevitabilmente a sovrapporre con altre forme di attività venatoria.