La 45a Assemblea Uncza – Unione Nazionale Cacciatori Zona Alpi, tenutasi lo scorso fine settimana a Vipiteno, si è aperta venerdì con i saluti alle autorità e i del presidente nazionale Sandro Flaim. Sabato è stata la volta del convegno Tradizione, etica e cultura della caccia alpina. Un interessante viaggio nella storia della tradizione venatoria alpina grazie ai contributi di don Vittorio Cristelli su "Etica venatoria" e del dottor Franco Nicolis su "La caccia nella preistoria del mondo alpino. Prede, tecniche, aspetti, rituali". Infine Marco Ramanzini, direttore de Il Cacciatore italiano ha sostituito la relazione di Franco Perco, che non ha potuto prendere parte al dibattito, parlando di cultura della caccia.
Temi questi ripresi durante i lavori dell'assemblea da Flaim che ha messo in evidenza come l'associazione, oltre alla storica funzione di educazione tecnica scientifica, intende costituirsi come “uno spaccato culturale tipico dell'ambiente alpino legato alla presenza del mondo venatorio, con le sue tradizioni, i rituali e anche la sua storia”. L 'Uncza – ha spiegato - vuole avere un ruolo a difesa della presenza tradizionale del cacciatore di montagna e dei suoi valori, che sono parte significativa della cultura materiale dell'arco alpino".
Presente all'Assemblea anche il Presidente nazionale Federcaccia Gian Luca Dall'Olio, che ha riconosciuto alll'Uncza una esperienza fondamentale per la Federcaccia. Grazie all'impegno dei cacciatori dell'Alto Adige, ha osservato Dall'Olio, la caccia qui è parte integrante della società con un modello che, mutate pratiche venatorie e zone andrebbe applicato a tutto il Paese.
“Chiedo a Uncza - si legge in un passaggio del Presidente riportato dal sito ufficiale di Federcaccia - un impegno a trovare un diverso collegamento con il resto dell'associazione, per trovare utili esempi e sinergie da condividere. La risposta alla continua denigrazione alla caccia e ai cacciatori fatta da chi ci avversa, è quella di dimostrare la crescita culturale e etica dei cacciatori, che si può e si deve manifestare con comportamenti virtuosi in tutte le forme di caccia, non solo la selezione o la caccia alpina. Comportamenti che dobbiamo perseguire e promuovere, affinchè l'unione del mondo venatorio avvenga non solo e non tanto fra le associazioni venatorie, ma fra i cacciatori nel loro complesso".