Su ricorso di Lav, Lac e Wwf, il Tar ha momentaneamente sospeso il piano di controllo delle volpi varato lo scorso marzo dalla Provincia di Bologna. Una misura in virtù della recente espansione della rabbia silvestre nel nord Italia, sulle indicazioni dell'Usl e tenuto conto di quelle dell'Ispra, che riconosce la possibilità di limitare il numero della specie per garantire il patrimonio di selvaggina autoctona nelle zone di ripopolamento e cattura.
Lo spiega in una nota l'assessore all'Agricoltura e alla Pianicazione Faunistica, Gabriella Montera, rivendicando le motivazioni sanitarie e di sicurezza per il territorio, adottate nel Piano che prevedeva, tra l'altro, l'abbattimento degli animali con l'ausilio dei cacciatori e con i cani da tana.
“Il piano di controllo – sostiene l'assessore - ha individuato tutti i sistemi utili a contrastare la presenza della specie ove essa rappresenti un pericolo per la sicurezza degli insediamenti abitativi. Si tratta di interventi di limitazione, sempre esclusivamente mirati alla riduzione dei danni, comunque contenuti per numero di capi abbattibili e, seppure contestati dalle associazioni ambientaliste – come nel caso dell’utilizzo dei cani da tana – sono invece consentiti dall’Ispra, che esprime un parere, non vincolante, su tutti i piani di controllo della fauna selvatica”.
Lo stesso istituto poi, scrive Montera, suggerisce nelle aree di ripopolamento e cattura “un abbattimento senza limiti numerici”, a dimostrazione che il carnivoro in questione non ha problemi di conservazione. Secondo le associazioni che hanno presentato ricorso, il provvedimento provinciale viola invece la Legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica e non rispetta il parere negativo espresso dall'Ispra, ragioni per il momento accolte dal Tribunale Amministrativo Regionale, che ha ritenuto di sospendere la validità del provvedimento.
“Il controllo delle volpi – ribatte l'assessore che confida in un esame più approfondito del Piano da parte del Tar - non può essere inteso come un mancato rispetto per la fauna selvatica, – anche perché si tratta di specie cacciabile durante la stagione venatoria – bensì come una forma di gestione della fauna che la stessa legge impone all’Amministrazione provinciale di adottare per motivi di interesse generale”.