Chi non si ricorda dell'incredibile vicenda che ad aprile vide 4 cacciatori fermati e denunciati dall'Enpa, dopo essere stati regolarmente autorizzati dalla Provincia di Lodi e dal comune al prelievo delle nutrie? La Provincia in quell'occasione prese le difese dei 4 selecontrollori finiti nelle grinfie dell'associazione animalista, rivendicando la legittimità del proprio provvedimento e delle delibere comunali in applicazione dello stesso, intimando all'Enpa di ritirare la denuncia.
L'associazione non solo non ha ritirato le accuse mosse ai malcapitati ma si è rallegrata con tanto di comunicati apparsi su giornali locali alla notizia che in sostegno dei cacciatori lodigiani, l'Associazione Cacciatori Veneti abbia proclamato lo sciopero dell'abbattimento delle nutrie in virtù di quanto accaduto in Lombardia. "Protestino pure ad oltranza", recitava una lettera dell'Enpa, rallegrandosi per lo stop degli abbattimenti.
Su gentile comunicazione del nostro amico Eugenio Mola (profilo in BigHunter Giovani) scopriamo oggi che non solo la vicenda non si è ancora chiarita ma che ad andarci di mezzo, in definitiva, sono stati proprio quei cittadini, che credevano di agire nel rispetto di tutte le norme e per il bene pubblico.
Ed è così che uno di quei cacciatori, selecontrollore abilitato, uscito in servizio autorizzato da un ordinanza comunale derivante da una legge regionale recepita e coordinata dalla Provincia, si è visto rifiutare il rinnovo della licenza di caccia perchè su di lui pende un'azione giudiziaria. Per il momento – riferisce Mola - la Provincia e il Comune, nonchè la Federcaccia di Lodi si sono mosse, staremo vedere cosa succederà.
Resta inquietante il fatto che un'associazione animalista, probabilmente abusando del proprio potere al momento del fermo dei quattro (lo sostiene la Provincia) e in barba alle leggi e ai regolamenti in vigore, sia riuscita ad ottenere che ad un onesto cittadino sia stato impedito di esercitare un suo regolare diritto.
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