Giuseppe Lanni ha 28 anni e vive in provincia di Avellino. Lavora come operatore qualificato in un'officina specializzata. Ha due passioni: la caccia e il tiro a volo. Per lui la passione venatoria è un modo di vivere, un'indole trasmessa dal nonno che seguiva fin da piccolo. Una passione condivisa anche dalla sua fidanzata, che a volte lo segue nelle sue battute con il cane da ferma alle quaglie e alla beccaccia.
Come tutti i nostri giovani amici dimostra di avere grande entusiasmo e di volersi impegnare in prima persona nell'ambiente venatorio, sia in associazioni venatorie che nel suo ambito territoriale di caccia “non aspetto altro – ci dice – ma le opportunità offerte a noi giovani sono scarse”.
Sulle associazioni venatorie è abbastanza critico “a volte non condivido le loro politiche dovrebbero essere più dalla parte dei cacciatori che dalla parte della politica” spiega.
L'esperienza più bella è legata al suo cane, con cui ha stretto un legame speciale. “Il mio più bel ricordo – dice – è di quando ho fermato la mia prima quaglia. Ho provato un'emozione fortissima e indescrivibile”. Giuseppe non dimentica che la caccia ha un grande dovere: “mantenere invariato l'ecosistema e salvaguardare le specie a rischio d'estinzione”.
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