La caccia ha bisogno di giovani che mettano in campo nuove energie. Giovani come Erik Granzon, che a soli 27 anni è riuscito a creare un nuovo circolo di cacciatori (la sezione comunale di Anlc di Vo Euganeo – Pd), una piccola realtà, nata solo qualche mese fa, ma già prolifica in quanto ad iniziative.
Lui, Erik Granzon, nella vita istruttore di nuoto, e cacciatore, cinofilo e allevatore nel tempo libero, ha provato inizialmente ad entrare in realtà già costituite ma si è subito accorto che non avrebbe trovato lo spazio sperato per realizzare ciò che aveva in mente: qualcosa che avvicini giovani e meno giovani alla caccia portando avanti le tradizioni tramandate di generazione in generazione. Così, partendo da zero, ora organizza gare cinofile, prove amatoriali di tiro al piattello e feste della caccia – la prima in programma ad agosto (vedi sezione Fucili su questo portale).
“Penso che la caccia sia vivere la natura nel più profondo senso della parola” scrive Erik spiegando una passione nata a soli sei anni, quando ha cominciato a seguire padre e nonno a caccia. Oggi preferisce la vagante con il suo fedelissimo breton Rocky, l'appostamento temporaneo e le battute al cinghiale e considera belle tutte le esperienze, anche le classiche “padelle” (come dicono i toscani), fanno crescere, che aiutano ad aggiustare il tiro e ad imparare a far meglio.
Nella passione di ogni vero cacciatore, non c'è nessuna avidità, la caccia è bella in ogni sua piccola sfaccettatura. Ecco come ce la spiega Erik: “Io ho 27 anni e quando ho il mio semiautomatico in spalla non vedo l’ora di sparare, ma non vivo la caccia per il carniere o per il chilo di carne da portare a casa. La caccia è alzarsi alla mattina per andare al capanno con i richiami che segui tutto l’anno. E' sentire il fresco venticello che c'è solo tra la notte e l'alba, quando le tue allodole e i tuoi tordi iniziano a cantare. E' uscire con il mio Rocky e vederlo lavorare con me, fermarsi al primo colpo di fischietto, o immobile quando vede la selvaggina, fino al mio via…Queste sono le emozioni della caccia, questo è vivere la natura”.
Forse non tutti però la vivono in questo modo. Ormai – dice Erik – per molti “la caccia è solo una questione politica, fatta di promesse, di voti, di insulti e di imbrogli”. Secondo questo giovane ma già avveduto cacciatore bisogna fare di tutto per evitare di strumentalizzare una forma di cultura vera, quale è la caccia “per campagne elettorali o per una sedia in Parlamento o in ogni altro luogo”.
Riporta alla mente quanto successo in Veneto per le deroghe durante la scorsa stagione “avere la paura di uscire la mattina perché la notte potevano aver chiuso la posibilità della caccia in deroga col rischio di trovarti le guardie nel capanno. Dovevi correre in edicola a prendere il giornale per sapere se e a cosa potevi sparare. Beh, questa non è caccia, non so nemmeno come definirla”.
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