Fare Futuro, fondazione collegata al presidente della Camera Gianfranco Fini, ha dedicato l'ultimo numero del proprio bimestrale, Charta minuta, ad un articolato che raccoglie le opinioni dei maggiori teorici dell'animalismo italiano. I motivi di tale pubblicazione, comprensibili già dal titolo (Dalla parte degli animali), sono sintetizzati dall'editoriale del direttore Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo Economico, che scrive “bisogna sfatare un luogo comune secondo il quale la protezione e la tutela degli animali siano appannaggio della sinistra, mentre alla destra toccherebbe il ruolo di sponsor dei cacciatori”.
Una spinta verde a destra che, pare, non contempli l'esistenza della caccia, sebbene Urso lasci aperto uno spiraglio. “Anche noi – scrive – pensiamo che una buona parte dei cacciatori siano anche ambientalisti convinti e sensibili alla tutela degli animali, anche se ci sembra fuorviante e un po' talvolta giustificazionista la tesi di coloro che sostengono che chi ama la caccia è spesso anche il migliore difensore dell'ambiente e della fauna". In ogni caso - chiude il discorso - ci sembra giunto il momento di annoverare tra i nuovi diritti anche quelli di chi non li reclama”.
Con una piccola eccezione – aggiungiamo noi malignamente – dei mutissimi pesci, a cui pare sia superfluo dare voce e diritti, anche per non stimolare ulteriori conversioni di Fini, notoriamente amante della pesca subacquea. Che abbia smesso di fiocinare sogliole? Probabile, visto che fino al 2007 l'ex leader di An si dichiarava sostenitore dei cacciatori. Rimangono nero su bianco, per i più puntigliosi, le sue richieste per una maggiore attenzione della politica in favore dei cacciatori, che riteneva trattati come cittadini di serie B ed il suo sostegno alle legittime pretese sulla modifica della legge sulla caccia (modifiche tra l'altro nel programma dell'attuale Governo, sostenute personalmente e pubblicamente da Berlusconi).
Il Popolo delle Libertà reclama a gran voce la svolta animalista e a dimostrarlo ci sono le solite cifre del sondaggio Ipsos, richiamato dallo stesso Urso, che ricorda come il 47 per cento degli elettori di centro – destra ritenga la caccia “un'inutile crudeltà” che “andrebbe vietata”.
Gli autorevoli interventi che si susseguono imbastiscono per oltre cento pagine una sorta di manifesto del futuro dell'ambientalismo italiano, legato alla politica e all'animalismo più esplicito e totalizzante. Spuntano così gli inflazionati Umberto Veronesi, Gianluca Felicetti (Lav), Licia Colò, che spiegano perchè sono vegetariani e animalisti. C'è poi l'agguerrita Ceccacci Rubino, portavoce del “Gruppo Pdl per i diritti degli animali”, che parla delle iniziative parlamentari messe in atto dalla nuova formazione politico - animalista, o la giornalista Susanna Blatter, che sferra un attacco al disegno di legge Orsi, scambiando il relatore del testo per un senatore leghista e dimostrando così una lacunosa conoscenza dell'argomento. Si continua con un mix di giornalisti e personaggi che a vario titolo portano le loro considerazioni: Fernando Ferrara (Ambiente e/é Vita), Rita Dalla Chiesa, Tessa Gelisio (Ass. For Planet), Isabella Pratesi (Wwf), Tiziana Lanza, Michela Kuan (Lav), Luigi Lorenzetti (teologo), Giorgio Celli (etologo), Adriano Scianca (Docente La Sapienza), Barbara Menniti, Carlo Ripa di Meana (Italia Nostra), Cacilia Moretti, Domenico Naso e Pietro Urso. Vi faremo sapere qualcosa di più dettagliato nei prossimi giorni.