Aumentano le proteste dei cacciatori bresciani preoccupati per la situazione delle deroghe in Lombardia. Il Coordinamento unitario provinciale delle associazioni venatorie bresciane ha espresso le proprie criticità in merito all'accaduto in commissione sul provvedimento e alla dilatazione dei tempi del calendario venatorio provinciale.
"Non è stato presentato – spiega il portavoce di cacciatori bresciani, Marco Bruni, presidente di Federcaccia - alcun disegno di legge per i prelievi. Ora mi domando come faremo ad affrontare la stagione venatoria se non saranno emanate regole precise. Le specie in deroga sono l'ossatura della caccia tradizionale. Inoltre non c'è nemmeno una normativa che regoli i roccoli ed i richiami di cattura. Una simile situazione non era mai successa".
Su come andrà a finire la questione c'è ancora molta incertezza. “Non ci spiegano niente – prosegue Bruni -. Dicono soltanto ne parliamo a settembre. Mi domando dove sono finite le promesse elettorali quando il cacciatore era coccolato ed i politici usavano le seguenti espressioni: "Siete degli amici, le vostre tradizioni vanno tutelate, i veri ambientalisti siete voi".
Intanto la protesta si fa più serrata anche sul territorio, dove i cacciatori stanno diffondendo un volantino, che sul modello di un annuncio funebre recita "I politici Lombardi stanno uccidendo le deroghe e le nostre tradizioni". "In sette Stati europei si preleva in deroga di tutto. Come mai questo non succede in Italia? Purtroppo manca una legge nazionale chiara e precisa", osservano i cacciatori.
La prossima riunione della commissione agricoltura è prevista per il 7 settembre, il dubbio è che non si faccia in tempo ad approvare il provvedimento per l'apertura della stagione, in programma il 19 settembre.