Ha fatto molto discutere nelle ultime settimane la decisione della Regione Umbria di vietare la caccia alla starna in dodici comuni all'interno dell'Atc Perugia 1, contenuta nel nuovo calendario venatorio. Una misura che ha per oggetto il ripopolamento di questa specie, per cui sono previste, oltre al divieto apposite attenzioni da parte del settore agricolo.
Sull'argomento l'assessore alla Caccia Fernanda Cecchini ha tenuto un incontro con le associazioni venatorie per chiarire che il divieto ha il carattere di un programma sperimentale finalizzato al ripopolamento delle starne (richiesto, nelle sedi prescelte, anche da associazioni faunistiche locali), programma che necessita di dimensioni territoriali vaste e con caratteristiche ambientali omogenee.
“I rappresentanti delle Associazioni Venatorie presenti – si legge sul sito della Regione - hanno ribadito che, interpretando la volontà della maggioranza dei loro iscritti, sono contrari all’utilizzo della sospensione dell’attività venatoria come primo atto per l’avvio del programma sperimentale, confermando la disponibilità a partecipare e ad accettare tali limitazioni solo in presenza di specifici atti progettuali ed impegni economici da parte della Giunta”.
All'incontro hanno partecipato Tacconi e Loretoni per l’ANLC, Di Marco e Calabresi per la Federcaccia, Franchi e Baiardini per l’Enalcaccia, Martelli per l’ANUU. Nel comunicato uscito dall'incontro, la Regione sintetizza così i passi del programma sulla starna: "costituzione di un tavolo tecnico con le associazioni venatorie e le organizzazioni delle imprese agricole che verifichi la disponibilità e l’impegno di queste ultime a concorrere, con programmi colturali idonei, imperniati sull’accentuazione della biodiversità, al ripopolamento della starna; successiva verifica a settembre della situazione in ogni ambito territoriale, prima della apertura della nuova stagione venatoria”.