“Ancora una volta prima ancora dell’inizio della stagione venatoria, il calendario viene sospeso con sentenza del Tar. È un rito, ormai, che si ripete anno per anno già dal 2005. Da allora, quindi, l’apertura della caccia viene procrastinata e, sempre, per motivi riconducibili a mancati adempimenti assessoriali”. Lo ha dichiarato in queste ore il consigliere regionale del Pdl Roberto Corona in un'interrogazione urgente rivolta al parlamento della Sicilia.
Il consigliere chiede di mettere in atto le giuste iniziative atte a “confermare l’inizio naturale del calendario venatorio” e, nelle more, se non sia comunque il caso di rimetter mano alla normativa che regola l’attività in Sicilia, riscrivendola in modo che razionalmente recepisca anche “le direttive europee”.
Corona ha chiesto al presidente della Regione e agli assessori competenti di predisporre un “rinnovato piano faunistico regionale, accanto a un regolamento delle misure di conservazione dei siti Natura e alla costituzione di comitati di gestione degli ambiti territoriali”.
Accanto al rigoroso rispetto della quota del 25% di territorio inibito all’attività venatoria, il deputato regionale chiede la possibilità di esercitare la caccia nei demani forestali e che i calendari che regolano i tempi della caccia abbiano valenza triennale.“Insomma – spiega Roberto Corona – un’insieme di regole che, mentre riconoscono i diritti del cittadino cacciatore, allo stesso tempo stabilisca chiaramente i suoi doveri.