Riceviamo e pubblichiamo:
Io sto con la Signora Maria, quindi scendo in piazza a fianco di Maria Cristina. Ha toccato il mio cuore Maria Cristina Caretta, Presidente Confavi, quanto in Veneto ha esteso il suo appello alla mobilitazione generale del mondo venatorio, anche a tutti i portatori della Cultura Rurale.
Non perché mi interessi la caccia al fringuello o alla peppola, che comunque non disdegno avvolti di pancetta e accompagnati da una calda fetta di polenta, ma perché credo che come avvenne già lo scorso 9 marzo, sia in gioco molto di più di un provvedimento locale e che interessa solo ad una parte dei cittadini. Anche in questo caso vi è sullo sfondo lo scontro epico tra una cultura urbana lontana dalla realtà, che ha un’immagine disneyana della natura e degli animali e che tenta di travolgere tutto ciò che non conosce e la cultura rurale che è rispettosa di tutto il Creato perché portatrice di un antico sapere e perché ha le radici saldamente piantate nella storia e nelle tradizioni popolari; ed anche questa volta è un diritto ad essere messo in discussione. In questo caso specifico è il diritto di alcuni di praticare un’attività tradizionale usufruendo delle opportunità previste dalle Direttive comunitarie, ma non è diverso dal diritto di alcuni altri di poter assistere ad uno spettacolo circense o ad un palio nella loro città, o di alcuni altri di poter svolgere l’attività lavorativa che vogliono.
Non è diverso dal diritto di un mussulmano di potersi comprare la carne che vuole, non è diverso dal diritto della Signora Maria di potersi cucinare l’agnello a Pasqua o della Signora Giovanna di poter indossare d’inverno una pelliccia, senza sentirsi accusate di essere “assassine”! Ho letto che, con i problemi che ha oggi il nostro Paese, a settembre il Senato tornerà comunque a discutere un disegno di legge chiamato “convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia” e che in Veneto se ne discuterà un altro chiamato “nuove norme a tutela degli animali d’affezione”.
Li ho letti entrambi e non solo non vi ho trovato riferimento alcuno ai sacrosanti diritti dell’Uomo, ma vi ho visto gli stessi animali “usati” per assegnare potere e competenze ai soliti animalisti. Gli stessi animalisti che vorrebbero togliere alla Signora Maria la libertà di cucinarsi o meno l’agnello a Pasqua. In questo periodo di ferie non ho avuto ancora il tempo di consultare tutti i Consiglieri di FederFauna o i Presidenti delle varie Associazioni che hanno partecipato alla manifestazione di Roma, nemmeno quelli che più volte mi hanno esortato perché tornasse a riunirsi il Coordinamento per la Cultura Rurale, perciò parlo a titolo personale, ma io a Venezia ci sarò!
Ci sarò contro una subcultura come quella animalista, che volendo imporre a tutti non ben precisati “diritti degli animali”, rischia di portare alla limitazione dei diritti dell’Uomo e ci sarò per la libertà dei cacciatori veneti, per la mia e per quella di tutte le Signore Maria d’Italia!...
Massimiliano Filippi
Segretario Generale FederFauna