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L'Associazione Venatoria Regionale Libera Caccia Puglia, appresa la tragica notizia dai mass-media dell'uccisione del Sacerdote Don Francesco Cassol nelle campagne della murgia barese che potrebbe essere stata causata da un fatale errore di un "cacciatore", si associa all'immenso dolore della Famiglia Cassol e condanna vigorosamente l'ignobile gesto e chi lo ha perpetrato, che, sicuramente, non appartiene alla Nobile famiglia dei Cacciatori in genere ed in questo caso a quelli Pugliesi". Così Michele Lisi, Presidente regionale della Libera Caccia interviene sulla tragica vicenda che ha portato alla morte del parroco di Longarone.
L'associazione condanna altresì "le fonti informative che continuano a denigrare il Mondo Venatorio approfittando di una notizia così tragica e su cui la Magistratura sta lavorando per fare e dare giustizia. Ebbene se prevarrà la tesi che l'evento è stato causato da qualcuno che magari è in possesso di porto d'armi, ciò non vorrà dire che costui sia un cacciatore. Perchè, cari giornalisti, il Cacciatore è un cittadino di questa Repubblica che rispetta le Leggi e le norme che discplinano l'Attività Venatoria. Diversamente è IL BRACCONIERE che va braccato, catturato e condannato severamente e che non fa parte della categoria dei Cacciatori con la "C" maiuscola.
"Infine - conclude il presidente di Anlc Puglia - questa Associazione si riserva, ad indagini concluse, di costituirsi parte civile in un eventuale processo a farsi".