Le disposizioni contenute nel nuovo calendario venatorio del Lazio “non sono poi così penalizzanti per il mondo venatorio”. Così in questi giorni il Presidente della Commissione Agricoltura Francesco Battistoni, mette in risalto aspetti migliorativi e le motivazioni delle scelte fatte dalla regione.
“Rispetto al calendario della stagione passata - dichiara - il fagiano e la starna si cacciano anche nel territorio libero e non solo nelle Aziende Faunistiche Venatorie (per il fagiano mi riferisco al mese di gennaio)”. Un'estensione non certo generalizzata ma propositiva per una migliore gestione del territorio: “sarà compito delle Province – spiega - verificare dove gli ATC hanno ben lavorato in termini di ripopolamento e ricostruzione delle popolazioni delle due specie. In quelle aree dove la consistenza è tale da sopportare il prelievo, sarà così possibile cacciare”.
Alcuni cambiamenti sono poi da riferire, fa notare Battistoni, alle modifiche alla Direttiva Uccelli e dal recente recepimento delle stesse approvato con la legge Comunitaria, nonché alla guida ai calendari emanata dall'Ispra (chiusura al 31 dicembre per la beccaccia, al 10 gennaio per i turdidi e dal 10 al 20 gennaio per gli acquatici). “Il Lazio -spiega il Presidente di Commissione - si è adeguato in parte, chiudendo la beccaccia, i turdidi e gli acquatici al 20 gennaio".
"Ho dato un’occhiata ai vari calendari venatori regionali e provinciali - osserva Battistoni - e ho scoperto che mentre per la beccaccia molti hanno scelto di seguire l’ISPRA, chiudendo la caccia il 31 dicembre (compreso la Provincia di Brescia ed anche il Veneto), per i turdidi tutte le regioni del centro Italia hanno lasciato la chiusura a fine gennaio, come se non fosse mai stato approvato l’articolo 42 della comunitaria. Ciò ovviamente pone dei problemi di reciprocità e di governo dei flussi dei cacciatori laziali nell’ultima decade di gennaio verso le regioni limitrofe, con grave perturbazione della gestione del relativo territorio. Il mio impegno sarà di sanare questa situazione e a far allineare con le altre regioni la chiusura dei tordi a fine gennaio. Ho letto anche la disponibilità dell'Assessore Birindelli ad incontrare le associazioni venatorie ed ascoltare le loro richieste e sono convinto che insieme si potrà fare un buon lavoro sul calendario. Ho già parlato con l’Assessore ed ho chiesto di essere presente all’incontro con le associazioni per dare il mio contributo in qualità di Presidente dalla Commissione Agricoltura della nostra Regione. L’occasione per risolvere alcuni problemi sarà la gi�programmata modifica del calendario per quanto riguarda il colombaccio che, secondo la direttiva europea, può a certe condizioni (rispetto dell’arco temporale fissato per legge) essere cacciato fino alla prima decade di febbraio. Ecco perché è già stata posticipata l’apertura ad ottobre”.
Penso – continua Francesco Battistoni - che con queste modifiche la caccia nella Regione Lazio avrà nuovo impulso, superando le vecchie contrapposizioni ideologiche a suo tempo introdotte dalla Giunta Marrazzo e nel rispetto della normativa nazionale ed europea, che va tenuta nella debita attenzione. Basti ricordare che il calendario venatorio siciliano (il primo ad essere pubblicato) è stato subito sospeso dal TAR siciliano perché non rispettoso delle direttive europee (Uccelli ed Habitat). Il nuovo calendario in corso di approvazione da parte della Regione Sicilia sarà ovviamente molto più restrittivo, con buona pace di chi pensa di essere dalla parte dei cacciatori, ignorando la normativa esistente”.
(New Tuscia)