Stella Faure, torinese della Val Susa, è una cacciatrice esperta e una guida escursionistica professionista. La prima licenza l'ha presa nel 1978. A quei tempi una donna a caccia era davvero qualcosa di insolito. “Non è stato facile cominciare – conferma Stella - il fatto di essere una donna ti mette davanti a difficoltà dovute alla diffidenza del mondo maschile, ma ce l'ho fatta”. Del resto, ci spiega “la caccia è un'attività appassionante, ci vuole costanza, e serietà. Trasmette valori quali il rispetto della natura, delle leggi e non meno importante, il rispetto verso il prossimo”.
Oltre al prelievo del cinghiale, che pratica con la squadra Comparto Alpino To2 dell'alta Valle di Susa di cui fa parte, va a caccia di cervi e camosci ma si dedica anche alla tipica alpina e alla lepre comune.
La caccia è un insieme di competenze e di abilità. “Non è solo il tiro perfetto – spiega - ma anche capire come e dove vivono gli animali, le abitudini e nel caso dell'ungulato quale tirare per non commettere errori”.
I cacciatori per Stella sono persone sensibili, “amanti della compagnia ma anche del sacrificio, del silenzio e della tranquillità. Gente – spiega - che sa interpretare i suoni e i rumori della natura e sa d'istinto cosa può essere meglio nella gestione del territorio”.
“Noi cacciatori – dice ancora - siamo le sentinelle della salute dell'ambiente, non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo continuare a proporre attività e portare la nostra conoscenza in giro, dobbiamo insegnare ad amare e rispettare l'ambiente che ci circonda”.
“Provengo da una famiglia di cacciatori – ci racconta -. Grazie al nonno che è nata la mia passione per la caccia, mi ricordo che il primo colpo me l'ha fatto sparare a 6 anni e lo stesso giorno ha preso una lepre, che entusiasmo, e quante volte mi sono arrabbiata se lui andava e non mi diceva niente”. Stella ha due figli, (di 18 e 28 anni) a cui ci auguriamo possa infondere la passione venatoria così come è successo a lei.
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