E' scontro a Bologna sul piano di contenimento dei caprioli della Provincia. La battaglia è iniziata quando, a fronte delle richieste degli agricoltori che lamentano gravi danni alle loro colture per i quasi 30 mila esemplari presenti sul territorio, la Provincia ha deciso di intervenire con i propri agenti per terminare il programma di prelievo non raggiunto dalla stagione di caccia (6.500 capi).
Il fatto ha suscitato l'indignazione dei cacciatori dell'Urca (Unione Regionale Cacciatori dell'Appennino) che oltre a ritenere un'inutile mattanza quella ideata dalla Provincia, ha depositato un esposto alla Procura denunciando anomalie nella condotta degli abbattimenti e all'Ausl perchè verifichi eventuali maltrattamenti. “Sappiamo di capi abbattuti lontano dalle coltivazioni – dichiara Gianni Tognetti dell'Urca al Corriere della Sera – e di carcasse buttate nell'inceneritore, uno spreco per una carne così nobile”. Ma dei 1.200 caprioli rimanenti, secondo la Provincia ne sono stati abbattuti appena 160. Intanto la Regione, sollecitata dall'Urca, tramite il proprio Osservatorio faunistico ha chiesto delucidazioni sul piano di controllo e sui dati effettivi dei prelievi, senza ricevere risposta alcuna dopo 40 giorni dalla richiesta.
L'Urca da parte sua in questi giorni critica la posizione assunta dall'assessore provinciale alla caccia Montera rispetto alla necessità di raggiungere l'obiettivo fissato nel piano di prelievo attraverso piani di controllo. “Siamo costretti ancora una volta a ribadire – commenta l'associazione in una nota - che l'obbiettivo reale degli abbattimenti è quello di raggiungere le percentuali mediamente ottenute negli anni precedenti. Gli stessi tecnici che predispongono i piani di prelievo hanno in più di una occasione specificato che i suddetti piani hanno un adeguato over booking proprio per adeguare il prelievo reale alle esigenze prefissate”.
A tal proposito l'Urca cita la sentenza della Corte Costituzionale del 4/11/2008 che in risposta ad un ricorso mosso contro la legge sulla caccia della Provincia di Bolzano, tra le altre cose, dichiara illegittimo il ricorso ai piani di controllo in caso di mancato completamento dei piani di abbattimento degli ungulati.