La Giunta regionale ha approvato la delibera che consente la preapertura della caccia nei giorni 1 e 5 settembre, solo da appostamento e solo nell’Atc di residenza venatoria ad alcune specie, secondo le specifiche richieste delle province. Il primo settembre, fa sapere la Regione, entrerà in vigore l’aggiornamento del regolamento regionale sulla caccia, con le nuove disposizioni che consentono, tra l’altro, l’iscrizione dei cacciatori a più Ambiti.
Non è stato invece possibile attivare la deroga per l’abbattimento dello storno in preapertura. A renderlo noto, "con grande rammarico nei confronti del mondo agricolo e delle associazioni venatorie", si legge in un comunicato della Regione Toscana, è l'assessore regionale all'agricoltura, Gianni Salvadori. "Quest'anno – spiega Salvadori – non è possibile adottare la deroga perchè l’Ispra, soggetto scientifico del Ministero dell’ambiente, ha espresso un parere vincolante fortemente negativo sul ricorso agli abbattimenti di storni, volti a limitare i danni alle coltivazioni di vite e olivo, che sono le più diffuse e pregiate della Toscana".
"Non è la prima volta che l'Ispra si pronuncia sulla questione", ricorda Salvadori. "In passato l'Istituto è riuscito a far fallire il tentativo del Governo di inserire lo storno fra le specie cacciabili, mentre quest’anno ha provveduto ad inviarci le seguenti osservazioni: “Considerate le modalità operative previste da codesta Amministrazione, lo scrivente Istituto esprime parere sfavorevole all’attuazione degli interventi di controllo nei confronti dello Storno”.
Salvadori intende comunque mandare un messaggio rassicurante agli agricoltori toscani. "Non possiamo consentire l’abbattimento in deroga dello storno – dice l'assessore – ma stiamo verificando la possibilità di portare in approvazione un atto normativo, come concordato con le associazioni venatorie e quelle degli agricoltori lo scorso 25 agosto, che consenta comunque il controllo di tale specie in continuo aumento in Toscana. La nostra regione – sottolinea Salvadori - ha sviluppato un’agricoltura di alta qualità, dove la perdita di prodotto si traduce in perdite di mercato, con forti ripercussioni per le aziende, ma la posizione assunta dagli organi del Governo e una recente sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea in merito alle deroghe, aggravano le difficoltà in nome di un malinteso ambientalismo".