Prende a pretesto due incidenti di caccia accaduti nel corso del fine settimana il Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, per sferrare l'ennesimo attacco contro l'attività venatoria, definita una pratica non solo crudele ma anche pericolosa. Per il Ministro i due incidenti avvenuti (sabato in Sicilia e domenica in Trentino) “la dicono lunga sui rischi ai quali l'attivita' venatoria espone i cittadini e i cacciatori stessi''.
L'attacco della Brambilla è in particolar modo alla caccia in preapertura, perartro decisa – dichiara all'Ansa - “in contrasto con la direttiva europea recepita nell'ultima legge comunitaria”. La preapertura coincide ad un periodo dell'anno in cui, spiega il Ministro, “i boschi e le campagne sono ancora pieni di turisti e di famiglie con bambini e animali domestici, che hanno tutti i diritti di godere in tranquillità del meraviglioso patrimonio ambientale e faunistico nazionale”. La crociata della Brambilla tocca un altro degli aspetti più dibattuti: l'accesso dei cacciatori nei fondi privati permesso dalla 157. Il Ministro si fa portavoce di quanti le hanno inviato lettere di protesta e dichiara “si tratta di esigenze e preoccupazioni ben comprensibili che necessitano di una risposta adeguata”.
Se è doveroso fermarsi e riflettere sulle possibilità da mettere in campo per limitare il più possibile qualsiasi tipo di incidente (che avvenga al mare o in montagna, a raccoglitori di funghi, escursionisti o cacciatori), è senz'altro inconfutabile che annualmente solo quelli che riguardano l'attività venatoria vengano presi a pretesto, strumentalmente, per delegittimare centinaia di migliaia di cittadini che la esercitano con prudenza e buonsenso. Non abbiamo sentito la Brambilla lanciare appelli alla prudenza ai tanti turisti che si avventurano talvolta imprudentemente o ai raccoglitori di funghi soggetti a tanti, troppi, incidenti negli ultimi giorni. Perchè?