L'incidente di caccia verificatosi la scorsa domenica sulla montagna di Tassullo deve aprire una forte riflessione all'interno del mondo venatorio. La pensa così il presidente dell’Associazione Cacciatori Trentini, Gianpaolo Sassudelli, per il quale anche se si tratta di un evento molto raro in territorio trentino, anche un solo caso è intollerabile. “L’uso consapevole, prudente e in piena sicurezza delle armi, in ogni situazione – commenta Sassudelli - è da sempre uno dei punti chiave nella formazione dei cacciatori e nella loro abilitazione. Pochi giorni fa anche la Questura ha diffuso un vademecum sulla sicurezza a caccia, del quale siamo grati. Fatti come quello di domenica non devono accadere, per questo la nostra associazione lavorerà ancor di più sulla formazione e la prevenzione”.
E se di prevenzione si parla, molto si fa anche con le operazioni di antibracconaggio, eseguite con successo dall'Associazione anche nei primi due giorni di caccia. I Guardiacaccia dell’Associazione Cacciatori Trentini Francesco Pancheri, Alessandro Moiola e Guido Posser, coordinati dal responsabile di zona Lucio Luchesa, hanno fermato due bracconieri.
Il primo fermato era un titolare di permesso di caccia (ma non socio ACT) che si stava portando a casa, dopo averlo abbattuto, un maschio di capriolo non conforme alla tipologia concessa per il prelievo, senza averlo segnato sul libretto degli abbattimenti come invece è previsto dalla normativa. I guardiacaccia, dopo un appostamento che è iniziato ancor prima che facesse giorno, hanno fermato il soggetto contestandogli la mancata segnatura dell’abbattimento, che qualifica il gesto come un atto di bracconaggio nelle sue forme più subdole. La seconda operazione, conclusasi lunedì mattina, ha visto il fermo di un uomo (non cacciatore) di Ronzo Chienis intento a tendere dei lacci per la cattura di caprioli nei suoi poderi siti nella Conca di Pannone. Anche in questo caso i guardiacaccia erano appostati già prima che si facesse giorno e, una volta che il bracconiere si è portato presso i pericolosi strumenti per sistemarli e renderli operativi, lo hanno fermato. Anche qui sono seguite le operazioni di sequestro e identificazione.