Riuscito l'incontro
La caccia che vogliamo di sabato 20 a Vicenza, un convegno nazionale promosso dall'Acv–Confavi, che ha visto la partecipazione di un vasto numero di cacciatori e di personalità nell'ambito istituzionale venatorio. Presenti il sottosegretario alle politiche agricole Antonio Buonfiglio, l’assessore regionale alla caccia Elena Donazzan, l’assessore provinciale Marcello Spigolon, alcuni parlamentari e consiglieri regionali del Pdl, il presidente della Coldiretti regionale Giorgio Piazza, il segretario regionale dell’associazione ambientalista “Ambiente e Vita”, il presidente di ANLC Paolo Sparvoli, il vicepresidente di ANUU Giovanni Persona e la presidente regionale dei Cacciatori Veneti Maria Cristina Caretta, che nel suo intervento a toni accesi ha rimarcato la necessità di equiparare la normativa italiana a quella europea e ha accusato lo scorso governo Berlusconi di “non aver saputo o voluto arrivare alle modifiche”. Tema della serata infatti, sono state le modifiche alla 157/92 portate avanti da Berlato (e concordate con Libera Caccia, Anuu, Enalcaccia e Confavi) e presentate al governo, con il supporto di 600 mila firme. Berlato ne ha parlato nel dettaglio: “vanno cancellati l’obbligo di scelta di caccia in via esclusiva, l’obbligo degli anelli per i richiami vivi, e si deve istituire la caccia per periodi e per specie con la possibilità di aprire delle finestre venatorie dalla terza decade di agosto a fine febbraio. L’addestramento dei cani non deve essere considerata più attività venatoria, ma potrà essere fatto al di fuori del periodo e poi in collaborazione col mondo agricolo va sviluppata l’attività di semina di selvaggina che consente a chi la pratica importanti ritorni economici, come dimostra il volume di affari che all’Est realizzano con noi. Licenza di caccia anche per i ragazzi di 16 anni, che per i primi 2 anni andranno accompagnati da cacciatori di esperienza, possibilità di poter cacciare nella propria regione senza ulteriori balzelli e di adattare i tre giorni previsti alla settimana ai giorni di migrazione».
Le posizioni di Berlato non lasciano però intravedere accordi futuri con le associazioni che non hanno condiviso a pieno le sue proposte: «Non ci interessa l’unità – ha detto - ciò che conta è perseguire il cambiamento della 157 con chi vorrà starci».
(Il giornale di Vicenza)