Domenica, prima giornata di caccia di questa stagione, il Tg5, già nell'edizione delle 13 manda in onda un servizio che pare tagliato su misura sulle posizioni anticaccia: tante le polemiche, pochissimi i cacciatori (700 mila per il Tg5, anche se sono almeno duecentomila in più) e c'è anche il primo ferito della stagione ufficiale (che poi si scopre ferito lievemente da qualche pallino).
Come se non bastasse, ricorda il Tg, contro la caccia si è schierato niente di meno che il Ministro Brambilla, che insieme all'arci noto Veronesi, ha pensato bene di inserire la totale abolizione della caccia all'interno del Manifesto per la coscienza animale. La parola ovviamente passa alla Brambilla che parla di “un rifiuto preciso nei confronti della pratica della caccia che viene considerata inutile crudele e certamente anacronistica dall'80 per cento dell'opinione pubblica”. Il servizio prosegue sulla volontà della Brambilla di limitare l'accesso nei terreni privati da parte dei cacciatori. “Lo scorso anno - continua la voce fuoricampo - una persona è stata uccisa per errore dai cacciatori e altre 18 sono state ferite”.
Va un po' meglio nell'edizione della sera, dove alle solite esternazioni della Brambilla, che rincara la dose sostenendo che “non è più possibile che l'incolumità di cittadini e turisti sia messa a repentaglio da una minoranza di persone”, si contrappone la posizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi secondo cui i cacciatori “nella stragrande maggioranza si prendono cura del territorio come ambientalisti veri”. Il servizio questa volta non manca di menzionare il sondaggio diffuso in questi giorni da Face Italia e Cncn, insieme al fatto che il 55 per cento degli italiani non è contrario alla caccia purchè regolamentata.
L'approccio di questo e altri telegiornali, tradisce una certa tendenza a trattare questo tema, e in generale ogni questione che riguarda il rapporto umano con gli animali, con estrema superficialità. Non a caso, il servizio seguente ha come protagonista una volpe addomesticata a forza di avanzi da una signora nel savonese. Il servizio non manca di ricordare che le volpi rosse sono in aumento e che spesso sconfinano dai loro territori selvaggi, arrivando addirittura in città in cerca di cibo. Ma per il Tg5, Teddy (impossibile resistere alla tentazione di dargli un nome) più che alle galline era interessata all'amicizia. Un'amicizia che le permette di nutrirsi tutti i giorni da due anni attingendo alla stessa ciottola del gatto (che come mostrano le immagini, pare sia ignaro del pericolo che corre). Nessun accenno, ma ce lo aspettavamo, al fatto che "addomesticare" animali selvatici è sbagliato, nonchè pericoloso, oltre che contrario alla legge.