“Chi caccia fa male al pianeta”. Una tale gigantesca accusa, supportata dalla popolarità di cui godono il noto oncologo e la ministra dai capelli rossi, è stata sbandierata sui media in occasione di quella che avrebbe dovuto essere una grande manifestazione animalista contro la caccia, organizzata da alcune associazioni ambientaliste nazionali sabato 18 a Venezia.
Ma sebbene la coscienza animalista, a detta del duo, sia “un principio universale che unisce la stragrande maggioranza degli italiani di qualunque età, ceto sociale, credo politico e religioso”, i manifestanti fisicamente presenti alla manifestazione erano poco più di un centinaio (ricordiamo che pochi giorni fa nella stessa città oltre 5 mila cacciatori si sono radunati, in un giorno feriale, in difesa della propria passione).
Ma i numeri non contano. La Brambilla si è occupata personalmente di dare grande rilievo alla contestazione, con apparizioni qua e là in tv, prima e dopo l'evento. ''Chi pratica la caccia – ha detto e scritto insieme a Veronesi - non fa solo del male agli animali del pianeta ma provoca anche grave danno all'ambiente che e' di tutti. E' infatti nostro compito - continuava l'attacco - difendere e conservare la biodiversita' che il mondo ci ha regalato in milioni di anni e non è possibile accettare che, per divertimento, si continuino a massacrare animali ignari e indifesi''.
In pieno stile partito dell'amore, la Brambilla prima della manifestazione annunciava “oggi per le vie di Venezia, una delle più belle realta' turistiche italiane, sfilerà l'amore contro l'odio. E' il momento di cambiare, ne abbiamo il diritto ma anche la forza”.
A giudicare dal risultato gli appelli in tv, seppur potenti, possono poco di fronte all'inconsistenza in cui affonda l'ideologia animalista tutta retorica e cuoricini.
Non siamo noi a dirlo, ma le foto raccolte da Massimo Parravicini, presidente provinciale a Venezia dell'Acv Confavi (secondo cui non c'erano più di 125 persone), inviataci da Massimo Zaratin.
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