In questi giorni stiamo assistendo ad una
positiva levata di scudi a difesa della caccia e dei suoi valori, innescata dalle imprudenti dichiarazioni del
Ministro Brambilla. In tutto lo stivale sindaci, assessori, deputati e senatori, anche dello stesso partito della ministra,
hanno preso le distanze da quella che sempre più appare come un vezzo personale di un politico che dimentica il proprio ruolo istituzionale e l'impegno assunto con i cittadini.
Lo scossone ha coinvolto anche il mondo dell'associazionismo venatorio. All'interno della Libera Caccia c'è chi ha chiesto ai propri dirigenti di abbandonare incarichi a qualunque titolo nelle schiere del Pdl protestando così contro la presenza nel partito della Brambilla.
L'Associazione Cacciatori Lombardi, riunita di recente a Brescia, ha dato mandato all'avvocato Bonsanto, esperto di legislazione venatoria, di esaminare nel dettaglio le dichiarazioni rilasciate dal ministro animalista. “Se, come pensiamo, vi saranno gli estremi – dichiarano in Acl - provvederemo a depositare nelle varie procure ove abbiamo le nostre sedi e anche da parte dei nostri singoli associati denunce esposto alla Procura della Repubblica contro la Signora Michela Vittoria Brambilla che, avendo parlato a titolo personale, e non come esponente politico del Governo ne dovrà rispondere civilmente e penalmente."
Anche in casa Federcaccia c'è movimento. I presidenti provinciali dell'associazione in Veneto hanno espresso forti perplessità riguardo al sostegno del ministro Brambilla alla manifestazione (fallita per numero di partecipanti) organizzata a Venezia dalle associazioni ambientaliste ed hanno sollecitato i consiglieri regionali del Pdl ad esprimere la propria vicinanza ai cacciatori sostenendo l'approvazione delle deroghe alla prossima discussione in consiglio “pur con qualche dolorosa rinuncia imposta dalla mediazione politica”.
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