“E' stato passato il segno”. Lo dice l'Enpa riferendosi a tre incidenti di caccia: la famosa cicogna abbattuta da un bracconiere in Toscana, il lieve ferimento al volto di un cacciatore causato da uno sparo e l'analogo accadimento ai danni di un ciclista nel veronese (ndr: ferite guaribili in 15 – 20 giorni). Episodi, tutti, condannati dal mondo venatorio e che non dovrebbero mai verificarsi, avendo la caccia moderna tutti i mezzi per evitarli.
Chi ha veramente passato il segno, strumentalizzando queste vicende, in realtà è l'Enpa, che sulla base di quanto avvenuto ha richiesto al Ministro dell'Interno Roberto Maroni di intervenire “per la tutela della pubblica sicurezza”, addirittura “sospendendo la caccia”. Non è finita, l'associazione, che ha fatto della denigrazione del cittadino – cacciatore una delle sue bandiere più incisive (celebre la campagna pubblicitaria apparsa su giornali e tv locali nel Savonese che paragonava i cacciatori a soldati guerrafondai inneggiando all'estinzione della categoria), vorrebbe ogni anno la verifica dello stato di salute psico – fisica di chi possiede la licenza di caccia, tramite un apposito intervento anche del Ministero della Salute.
L'Enpa afferma il falso quando dice che “sono numerose le persone che, nel corso di una tranquilla passeggiata nella natura o mentre praticano attività all'aria aperta, rischiano di essere colpite dai pallettoni delle doppiette”. I numeri della scorsa stagione lo dimostrano: le vittime della caccia (non cacciatori) si fermano ad un solo tragico evento.