Alessandro Goggi, 22 anni, studente universitario (è iscritto alla facoltà di Scienze Chimiche a Pavia) è un giovane cacciatore super appassionato. La musica (suona il basso elettrico), la pesca e la caccia segnano i suoi momenti di svago ma la caccia, per lui è qualcosa di più: “uno stile di vita” dichiara a BigHunter.
Seguace di Diana grazie alle tradizioni di famiglia, oggi è un cacciatore completo, impegnato anche e soprattutto a diffondere e applicare i principi di una caccia moderna e sostenibile. “A me piace stare in prima linea - ci spiega -, lavorando con gli altri cacciatori della sezione, controllando i predatori e preservando la selvaggina autoctona”. Ma anche organizzando mostre sugli oggetti venatori (che colleziona fin da piccolo insieme al padre e allo zio) e contribuendo alla riuscita della "sagra della caccia" nel suo paese, Isola Sant'Antonio, in provincia di Alessandria.
Negli ultimi decenni la caccia ha fatto passi da gigante. Non è più un'attività di sussistenza e nemmeno di solo svago. “Il cacciatore moderno – spiega Alessandro dal suo punto di vista – è una persona colta, documentata sulle specie che caccia e conoscitore del territorio meglio di chiunque altro”. Attenzioni che considera fondamentali anche “per ottenere selvaggina qualitativamente e quantitativamente ottima”.
Pratica la caccia vagante con il cane da ferma, principalmente a fagiani e beccacce, ma nel corso della stagione si dedica anche al capanno prediligendo il colombaccio e la tortora. “Mi manca il beccaccino – spiega - ormai sparito nelle mie zone e sto pensando di fare in futuro il corso di selecontrollore”.
Schietto ma propositivo sull'operato delle associazioni venatorie: “penso che dovrebbero essere più attive, per esempio sovvenzionando economicamente i cacciatori volenterosi che controllano con risultati evidenti i predatori, e soprattutto non abbassando la testa alle accuse insensate degli animalisti”.
Alessandro ha preso dal padre anche la buona abitudine di scrivere le proprie esperienze su un diario di caccia. Eccone una pagina che ha voluto condividere con gli amici di BigHunter.
“11 ottobre 2009... dopo aver camminato per un'oretta vediamo i nostri due leoncini, due setter inglesi che si chiamano Mia e Diana, che fermano in mezzo a un tappeto di rovi e piante che noi chiamiamo volgarmente gaggia... a un certo punto parte davanti a me una femmina di fagiano... veloce stoccata e la colpisco... nel frattempo, dall'altra parte di un cespuglio dove si era messo mio padre, parte un'altra femmina... anche questa incarnierata con successo... ricarico frettolosamente pensando alla probabile presenza del maschio nelle vicinanze. Dopo 5 secondi con il cuore che batteva velocissimo, lo vedo uscire, come dal nulla, da un cespuglio di rovi... era talmente bello che ho deciso di godermelo fino all'ultimo... e il buon 7 di jk6 ha compiuto il suo lavoro... raccogliamo la selvaggina, marchiamo il tutto sul tesserino e facciamo i complimenti ai cani per come hanno condotto l'azione... dopo aver peregrinato ancora per un'oretta decidiamo di fermarci in un boschetto per riposarci... sembrava di avere davanti un quadro di Portvliet... la luce penetrava debole tra le fronde degli alberi, illuminando debolmente il sottobosco... arrivata ormai la sera torniamo a casa, felici di aver passato un'altra avventura insieme...”.
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